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Lavori del Consiglio Regionale di ieri pomeriggio – Dibattito su “Norme per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia e per il miglioramento del patrimonio edilizio”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con l’art.19 (“Interventi di incremento volumetrico del patrimonio edilizio esistente”) del Disegno di legge n.130 – Giunta regionale – “Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia”.

Il consigliere Giorgio Oppi, per fatto personale, ha dichiarato di non voler essere associato a quanti hanno usato il termine “marchetta” in senso offensivo. Non si tratta, ha spiegato, «di un qualcosa legato agli uffici di collocamento o alla prostituzione ma di proposte formulate in stretta relazione con propri elettori, che poi magari molto spesso (per non dire quasi sempre) venivano respinte; nessun significato offensivo, dunque, tanto è vero che il termine si usa comunemente anche in parlamento».
Il presidente della commissione Antonio Solinas (Pd) ha illustrato il parere della commissione sui numerosi emendamenti presentati. La giunta ha espresso parere conforme tranne che per quelli per i quali la commissione ha invitato i proponenti al ritiro; in questo caso il parere è contrario.
Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, sull’ordine dei lavori, ha prima ricordato che l’articolo scritto originariamente dalla Giunta, modificato dalla commissione, poi modificato dalla stessa Giunta con questa ultima stesura gravata da una valanga di emendamenti, chiede che l’articolo sia riportato in commissione

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, ha sottolineato che «è vero che la questione è stata già sottoposta ma è quanto mai fondata perché è evidente che i continui stravolgimenti del testo e degli emendamenti rappresentano una vera e propria anomalia, tanto più perché riferiti ad un passaggio della legge di grande importanza». La maggioranza, ha protestato Pittalis, «su questo punto è stata reticente fin dall’inizio e non si comprende la ragione di questi ripetuti interventi, se non con la grande incertezza di molte delle sue componenti su una materia così complessa e delicata; quanto ai tempi che si stanno allungando questo accade solo perché il Consiglio sta facendo quello che avrebbe dovuto fare la commissione».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha affermato invece che «la commissione ha fatto il suo lavoro e non è necessario alcun rinvio, il gran numero di emendamenti è dovuto all’opposizione che sotto questo aspetto fa il suo mestiere; quindi l’Aula può procedere regolarmente nei lavori».
La proposta di sospensiva, messa ai voti, è stata respinta.

Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha ricordato che, alcuni momenti fa, i media hanno dato la notizia che la disoccupazione è aumentata di un punto e la ricchezza delle famiglie è calata del 30, dati ancora più preoccupanti se consideriamo che in Italia la ricchezza è data dal valore dei terreni e degli immobili». Questi ragionamenti, ha aggiunto Floris, «furono a suo tempo alla base del piano casa e sono attualmente al centro della strategia del governo nazionale che sta cercando di semplificare mentre qui stiamo facendo leggi punitive». La maggioranza, ha sostenuto ancora Floris, «sta distruggendo da sola un patrimonio costruito insieme, cosa che non accadeva nemmeno al tempo dei grandi partiti e del Pci, che era un partito in molte cose ferreo; il gran numero di emendamenti presentati dalla maggioranza arrivano dall’esterno del Consiglio regionale ma un partito non si può sostituire alle istituzioni per fare le leggi».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha definito l’articolo in esame il punto centrale della legge, «il cuore di una legge che non ha niente a che vedere con il Piano casa e che, fin dall’inizio, fa emergere la proposta restrittiva della maggioranza in materia di premialità volumetriche». In realtà, ha osservato il consigliere, «la maggior parte del territorio regionale suddiviso nelle diverse zone è escluso dagli incrementi volumetrici cancellando di fatto tutta la normativa precedente ed i suoi risultati in termini di sviluppo economico». Per fare un esempio concreto, ha spiegato il consigliere, «in pratica nei centri storici non c’è alcuna premialità tranne che in presenza del piano particolareggiato adeguato al Ppr, cioè neanche un comune in Sardegna».

Il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis, in apertura, ha affermato che si sarebbe aspettato dal capogruppo del Pd Cocco un passo per accogliere la proposta del consigliere Carta ma purtroppo non è successo, forse per la troppa disattenzione verso le categorie economiche, produttive e sindacali; tutto sacrificato sull’idea della custodia del paesaggio sostenuta dalla maggioranza secondo la quale l’edilizia non è fattore di sviluppo ma una attività da archiviare insieme a tutte le professionalità collegate ed alle tecnologie, alle storie ed alle esperienze di questo settore economico, tutto archiviato senza discussione». Noi comunque ci saremo, ha concluso Tunis, «punto per punto e riga per riga».

Ha assunto la presidenza il vice presidente Eugenio Lai
Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha messo in evidenza che «le ragioni che allora spinsero la maggioranza ad evitare la proroga del Piano casa furono un semplice calcolo politico, nascosto dalla foglia di fico della volontà di arrivare ad una legge organica che alla fine non è arrivata». Gli incrementi volumetrici previsti, ha lamentato, «sono modesti ed accettabili solo dove i Puc è adeguato al Ppr, e già così nessuno presenterà un progetto perché non c’è alcun vantaggio concreto; poi c’è un calvario pesantissimo da affrontare negli uffici tecnici e nessun riconoscimento per gli interventi migliorativi dell’efficienza energetica, insomma dei tanti annunci non è rimasto più nulla».

Il consigliere Fasolino (Fi) ha definito l’articolo 19 “il fulcro” del Dl 130 ed ha dichiarato di attendere che si realizzi la volontà annunciata della maggioranza al confronto “sui temi caratterizzanti la norma”. Giuseppe Fasolino ha quindi ricordato le posizioni espresse a proposito dell’edilizia dalla maggioranza.  «Lo scorso novembre – ha affermato l’esponente della minoranza -  avete annunciato la proroga del piano casa con qualche miglioramento, poi invece avete detto che il piano casa non esiste più e quindi avete promesso di tener conto dei contributi delle categorie produttive e delle organizzazioni dei professionisti». A giudizio di Fasolino, la prima proposta in materia di edilizia formulata dall’assessore dell’Urbanistica “era ragionevole” ma poi, ha aggiunto il consigliere di Fi, la proposta è stata stravolta da una velina trasmessa anche alla commissione. «Il risultato finale – ha concluso Fasolino – è che oggi cancellate gli incentivi e confermate un approccio ideologico al tema dell’edilizia e dell’urbanistica».

Ha quindi assunto la presidenza dell’Aula, il vice presidente Eugenio Lai (Sel) che ha concesso la parola al consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, sull’ordine dei lavori. Il consigliere di Fi ha fatto presente che non è stato né discusso e né approvato il titolo secondo del Dl 130.

Il vice presidente Lai, dopo essersi consultato con gli uffici, ha affermato che i titoli della legge saranno posti in votazione al termine della votazione della legge. «E’ una decisione – ha proseguito Lai - assunta dalla presidenza».

Il consigliere Tedde ha replicato con l’invito al vice presidente Eugenio Lai perché “assuma una decisione in autonomia” ed ha rimarcato che “il titolo di questa serie di norme è identico al capo primo e questo non è possibile”.

Il presidente dell’assemblea ha quindi invitato il consigliere Tedde a proseguire nel suo intervento e l’esponente di Forza Italia ha definito “inammissibile” proporre il titolo nella formulazione identica al capo primo. Tedde ha parlato di un genrale “disorientamento” provocato – così ha dichiarato anche “dalla bizzarra conduzione dei lavori in Aula”. Nel merito dell’articolo 19, l’esponente della minoranza ha sottolineato che non si discute la proposta originaria della giunta ma quella stravolta dalla commissione e modificata ulteriormente dagli emendamenti della giunta. «Così – ha affermato Marco Tedde - invece dell’articolo 19 si discute dell’emendamento della giunta all’articolo 19». «L’Aula - ha concluso il consigliere di Fi – ha perso la sua autonomia e la maggioranza è etero diretta». Segue