Anche oggi, come succede ormai da qualche giorno, una lunga fila di pensionati si affolla davanti alle banche greche. Tutti lì in attesa di percepire la quota di 120 euro della pensione. File che rappresentano l'altra faccia di una crisi che a livello diplomatico si è trasformata in un ping pong tra Atene e Bruxelles. Nella notte in una telefonata con il presidente del Consiglio Matteo Renzi, il presidente Barack Obama ha ribadito l'importanza che tutte le parti lavorino per riportare la Grecia sulla strada delle riforme. Ma tutto è fermo ora fino a domenica. La cancelliera Merkel e il presidente della commissione Juncker infatti chiedono che si torni a negoziare solo dopo il referendum.
Da parte sua Tsipras ieri ha chiesto al Paese di votare no all'accordo, sottolineando che non si tratta di una scelta sull'euro. Il premier greco ha poi ribadito che non accetterà ricatti ma si è detto disponibile a negoziare un accordo purché sia sostenibile.
Obama ha parlato con Renzi "sugli sviluppi in Grecia", riferisce la Casa Bianca, "concordando sull'importanza che tutte le parti lavorino per riportare la Grecia su una strada di riforme e finanziaria che conduca alla crescita e alla sostenibilità del debito all'interno dell'Eurozona". I leader "hanno sottolineato che stanno monitorando gli sviluppi economici in Grecia così come tutti i mercati finanziari. Hanno inoltre parlato dell'importanza di uno stretto coordinamento contro il terrorismo".
Nel corso dell'Eurogruppo, che si è tenuto ieri subito dopo il discorso di Tsipras ai greci, ha prevalso la linea della Germania: stop ai negoziati fino al referendum. A spezzare il fronte del no alla trattativa ad oltranza è stato però il presidente francese François Hollande: "Serve un accordo prima del referendum".
Alexis Tsipras - nel suo discorso alla nazione - ha invitato a votare "no" al referendum indetto da Atene sul piano dei creditori per il 5 luglio. Un voto negativo "non significherebbe dire no all'Europa, ma tornare a un'Europa di valori" ha detto il premier greco. E ha precisato: "Il no è un passo decisivo per un accordo migliore al quale miriamo da lunedì, dopo il referendum". "I creditori stanno ricattando i greci per spingere a un voto positivo nel referendum di domenica prossima. Ci dicono, o accettate le proposte dei creditori o avrete difficoltà" ha poi sottolineato.
Il premier greco si è poi rivolto ai pensionati in fila alle banche: "Noi vogliamo difendere le vostre pensioni, vogliamo che restino pensioni, non elemosine". "Questa situazione - ha continuato - non durerà per molto. Salari e pensioni non andranno persi". "Da parte nostra noi cercheremo di rifiutare ciò che il memorandum ci chiede, cercheremo di fare il possibile per avere condizioni migliori, più positive", ha concluso.