Il programma di riforme economiche "passerà alla storia come il più grande disastro macroeconomico". Dura la posizione dell'ex ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis che in un'intervista alla Bbc critica il premier ellenico Tsipras e il piano di salvataggio. La scelta, dice, era tra essere "giustiziati e capitolare" e il premier "ha deciso che la capitolazione era la strategia finale".
Intanto il primo ministro ha varato il rimpasto dopo le tensioni seguite al voto del Parlamento sulle riforme concordate con i creditori. Le sostituzioni complessivamente sono nove, Tsipras ha cacciato i ministri dissidenti e li ha sostituiti con suoi fedelissimi.
Nel frattempo la situazione sul fronte dei finanziamenti si è sbloccata: dall’Ecofin è arrivato il via libera al prestito-ponte da 7,16 miliardi di euro per far fronte alle prime scadente urgenti. Ad annunciare il via libera al prestito-ponte è stato il vicepresidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis. Il denaro, ha ricordato, proviene dai fondi a disposizione del meccanismo Ue per la stabilizzazione finanziaria, l'Efsm, e il via libera da parte del Consiglio Ecofin significa che "ventisette paesi hanno deciso di essere solidali con la Grecia, ma la solidarietà si accompagna con la responsabilità".
Intanto aumentano i sì al piano di salvataggio della Grecia deciso all’Eurosummit. Dopo Finlandia e Austria è stata la volta della Germania. Al Bundestag hanno votato a favore 439 deputati, mentre 119 sono stati contrari 119 e 40 si sono astenuti. "È stato un accordo duro per tutte le parti in causa ed è stato l'ultimo tentativo - ha detto la cancelliera Angela Merkel in apertura del dibattito in Aula - Non aiutare la Grecia sarebbe stato da irresponsabili e ci sarebbe stato il rischio caos". "È l'ultimo tentativo per risolvere un caso estremamente difficile", le ha fatto eco il ministro delle Finanze Schaeuble.