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Svolta per l’omicidio in villa a Catania, moglie della vittima confessa: “l’ho ucciso perché era violento”

Catania (Sicilia) - Una messa in scena per uccidere il marito. Dietro la morte di Alfio Longo, ieri nella sua casa di Biancavilla, non ci sarebbe un bandito ma la moglie, Vincenzina Ingrassia. La donna, che avrebbe inscenato una rapina, è stata fermata dai carabinieri di Catania. Il provvedimento è stato emesso dal procuratore Michelangelo Patanè. Il movente per l'omicidio sarebbe la violenza di Alfio Longo. Vincenzina Ingrassia ha dichiarato che il marito aveva "scatti violenti" e lei era "stanca di subire".

Alfio Longo, 67 anni, elettricista in pensione, è stato colpito a morte con un grosso tronco di notte nel suo letto dopo essere stato legato mano e piedi. L'omicidio è avvenuto in una villa, una casetta a due elevazioni di contrada Crocefisso a Biancavilla.

Nella notte la moglie, al termine di un lungo interrogatorio, ha confessato. Nel delitto erano emersi subito alcuni dubbi, tra cui il particolare che i cani che aveva la coppia in casa non avevano abbaiato e che la donna aveva riferito che il marito aveva gridato ai rapinatori "vi ho riconosciuti", dettaglio che non aveva convinto gli investigatori.

La donna, Enza Ingrassia, aveva anche detto di essere stata costretta dai presunti rapinatori a legare il marito nel letto nel quale è stato trovato con il cranio sfondato per non lasciare tracce, mentre poi, fatto in contraddizione con quanto appena riferito, avevano legato lei a un divano del soggiorno.

 

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