Budapest, 3 Set 2015 - Nell'elaborare la proposta per un meccanismo di ricollocamenti intra-Ue permanente, da attivare in situazioni di crisi, secondo quote obbligatorie, la Commissione Ue sta ragionando sulla possibilità di prevedere l'opt-out (rinuncia) per i Paesi che non vogliono partecipare, ma accompagnato da sanzioni. Lo riferiscono fonti europee. In sostanza, se un Paese membro, rifiutasse di accogliere i migranti assegnati dal piano di ricollocamento europeo, potrebbe essere sottoposto a sanzione.
La Ue starebbe, infatti, valutando la redistribuzione di 120 mila immigrati, rispetto ai 32 mila indicati a luglio. Il piano dovrebbe essere presentato a Bruxelles martedì prossimo e poi sottoposto al vertice straordinario dei ministri dell'Interno del 14 settembre.
Francia e Germania stanno lavorando a una proposta per un sistema di distribuzione "permanente e obbligatorio" degli immigrati: lo ha anticipato il presidente francese, Francois Hollande. Il meccanismo "in vigore oggi non basta più", ha detto Hollande ai giornalisti all'Eliseo, al termine di un incontro bilaterale con il premier irlandese, Enda Kenny. "Non bisogna rimanere alle emozioni - ha aggiunto il presidente - a questo bambino di tre anni, la sua famiglia... io penso alle vittime che non sono mai state fotografate, che sono ignorate. E a quelle future, se non facciamo niente. Per questo è ora di agire".
"La Germania fa ciò che è moralmente e giuridicamente dovuto. Né di più, né di meno". Lo ha detto Angela Merkel replicando, da Berna, alle accuse del premier ungherese Viktor Orban sulla gestione delle politiche sui profughi. Il premier Viktor Orban, aveva detto a chiare lettere: "Non permetterò ai migranti di lasciare l'Ungheria, senza essersi prima registrati. "L'emergenza migranti è un problema tedesco, non europeo" perché è la Germania il luogo dove vuole andare chi arriva in Europa.
Sui migranti "non è il tempo della demagogia. Questo non significa che è il tempo dell'iperbuonismo, ma della serietà e della politica". Queste le parole pronunciate dal premier Matteo Renzi - a Firenze, in conferenza stampa con il premier maltese Joseph Muscat. Renzi sollecita ancora una volta una "risposta ampia, globale e complessiva" da parte di tutta l'Europa.
La principale stazione ferroviaria di Budapest è stata riaperta alle centinaia di migranti che per due giorni sono rimasti davanti all'ingresso, e nonostante un primo annuncio delle ferrovie, che avevano comunicato che non ci sarebbero stati treni diretti fuori dal paese, in mattinata è partito invece un treno carico di migranti in direzione della frontiera austriaca. La riapertura arriva nel giorno in cui il premier ungherese, Viktor Orban, incontrerà a Bruxelles il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, per discutere dell'emergenza migranti.
Si è fermato vicino a un campo di accoglienza, a una quarantina di chilometri da Budapest, il treno carico di migranti partito stamane della stazione ferroviaria della capitale ungherese. Il treno era diretto a Sopron, al confine con l'Austria, ma è stato fatto fermare vicino una delle quattro principali strutture di accoglienza per migranti nel Paese. Lo ha riferito l'agenzia di notizie magiara Mti Dopo che il convoglio si è fermato a Bicske, alle porte della capitale ungherese, la polizia ha fatto scendere tutti gli occupanti e li ha condotti con i pullman al vicino campo profughi. Alcuni migranti hanno inscenato proteste, perché non volevano andare nella struttura di accoglienza.
Le autorità turche hanno arrestato 4 presunti scafisti per la morte del bimbo siriano di 3 anni, affogato insieme ad altri migranti dopo il capovolgimento delle due imbarcazioni sulla quale viaggiavano. I quattro sospettati fermati, tutti siriani tra i 30 e i 41 anni, sono accusati di "aver causato la morte di più di una persona" e di "traffico di esseri umani". La foto del piccolo cadavere sulla spiaggia ha fatto il giro del mondo, suscitando commozione e sdegno. Nella tragedia sono morti anche la madre del bimbo e il fratellino