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Scuola sarda nel caos, le responsabilità della Giunta regionale sono gravissime.

Cagliari, 3 Set 2015 - “La scuola sarda è nel caos e la Giunta regionale non sembra essere cosciente delle proprie, gravissime responsabilità, che sono iniziate con l’adozione di uno sciagurato Piano di Dimensionamento Scolastico con il quale si sono chiuse decine di scuole nei piccoli Comuni delle zone interne e si sono conseguentemente ridotte le esigenze di nuove immissioni in ruolo nell’organico docente”, dichiara il capogruppo dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici in Consiglio regionale, Attilio Dedoni.

“I tempi pressanti imposti per l’adozione e l’attuazione del Piano non hanno, evidentemente, consentito di valutare appieno le conseguenze di ciò che si stava facendo”, sottolinea Dedoni. “La presunzione di non voler dare ascolto agli allarmi lanciati dall’opposizione ha fatto il resto. Disposta la chiusura degli istituti, per l’esecutivo è arrivato il momento di improvvisare qualche mezza soluzione per arginare il malcontento dilagante. E’ nata così l’idea degli scuolabus, finanziati con i fondi del Piano di Sviluppo Rurale, ma i tempi per la predisposizione e l’assegnazione dei bandi non sono compatibili con quelli di un Piano presentato a febbraio affinché fosse operativo già a settembre. Il risultato è che tra una decina di giorni inizieranno le lezioni e ai Comuni e alle famiglie verrà chiesto di arrangiarsi. Non è diversa la situazione delle centinaia di insegnanti precari sardi che si sono visti assegnare delle cattedre nella Penisola. La Giunta ha voluto chiudere le scuole senza pensare che, riducendo il numero complessivo delle classi, non sarebbe stato possibile avere un maggior numero di insegnanti di ruolo e che, pertanto, i precari sardi da stabilizzare sarebbero stati destinati in massima parte in istituti di altre Regioni. Quando il Dirigente scolastico regionale non ha richiesto cattedre aggiuntive per l’Isola, l’esecutivo è cascato dalle nuvole e solo ora, quando i docenti hanno già ricevuto le convocazioni nelle quali sono chiamati a trasferirsi anche a mille chilometri di distanza, l’Assessore annuncia di voler parlare con il Ministro competente per ricercare una soluzione”.

“La soluzione, in verità, sarebbe stata adottare un Piano di Dimensionamento Scolastico completamente diverso, che mettesse le piccole comunità locali al centro dell’attenzione, che le rendesse protagoniste del nostro sviluppo futuro, richiedendo allo Stato maggiori risorse per tenere in vita le scuole e potenziarne l’attività didattica, anche e soprattutto attraverso il ricorso ad un maggior numero di immissioni in ruolo”, conclude il capogruppo. “Oggi, però, il Piano non può più essere ritirato, la scuola sarda è nel caos e le responsabilità politiche della Giunta sono pesantissime. Più di qualche tentativo dell’ultimo minuto di mettere delle pezze qua e là, ci aspettiamo un’inversione di rotta nelle politiche del centrosinistra in materia di istruzione. Prima di tutto, però, ci aspettiamo un’assunzione di responsabilità davanti agli studenti e alle loro famiglie, agli insegnanti e soprattutto a tutti i cittadini sardi”. Com