"È urgente che la Grecia, e anche l'Italia, facciano subito gli hotspot". Lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel a Berlino in conferenza dopo l'incontro con il suo omologo austriaco Werner Faymann, sottolineando che "diversamente non può esserci la distribuzione equa dei migranti". La Merkel, inoltre, si è detta favorevole all'ipotesi di una convocazione di un consiglio europeo straordinario sui profughi già la prossima settimana, ipotesi circolata già nella mattina di oggi, e non esclusa dal premier Ue Donald Tusk che aveva fatto sapere di star valutando la "necessità di convocare un Consiglio europeo speciale sull'immigrazione".
Mentre dalla mezzanotte è in vigore in Ungheria la nuova legge che prevede l'arresto per i chi entra senza autorizzazione all'interno dei confini nazionali, ad ora sono già oltre 150 (174 l'ultima stima fornita) i migranti arrestati per questo, Budapest ha annunciato la costruzione di un nuovo muro, questa volta al confine con la Romania. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri, Peter Szijjarto, durante una conferenza stampa a Budapest. "Abbiamo deciso di avviare dei lavori preparatori per la costruzione di una barriera lungo il confine con la Romania, prolungando quella eretta alla frontiera con la Serbia", ha annunciato Szijjarto, spiegando che da quella direzione potrebbe aumentare la pressione migratoria. Lungo il confine ora chiuso sono ancora bloccati migliaia di persone senza cibo, acqua, né riparo e, un centinaio di queste, ha cominciato uno sciopero della fame. Un'ipotesi che non piace al governo di Bucarest, "Riteniamo che erigere una barriera tra due Paesi membri dell'Ue che sono partner strategici non sia un gesto corretto da un punto di vista politico e non in linea con lo spirito europeo", ha commentato il ministero degli Esteri.
Secondo i dati forniti dalle autorità di Budapest, ieri sono arrivati nel paese 9380 migranti. In mattinata sono arrivati i primi 60 arresti in applicazione della legge voluta dal premier Viktor Orban. Se prima della riforma del codice penale decisa a fine agosto in Ungheria rischiavano la galera solo i trafficanti di esseri umani, lo tsunami di migranti che sta attraversando il paese ha fatto finire tutti nel mirino.
La polizia magiara ieri sera ha avvertito che ogni 35 metri lungo la frontiera blindata dalla barriera metallica e di filo spinato farà la guardia un poliziotto o un militare. Le norme rendono un crimine anche solo danneggiare il “muro” alto 4 metri creato lungo i 175 chilometri di confine con la Serbia e ben 30 giudici sono stati messi in stato di allerta, pronti a processare per direttissima chiunque sia colto a violare le regole. Le autorità ungheresi hanno inoltre dichiarato lo stato di emergenza in due contee al confine con il territorio serbo. La decisione dà poteri speciali alla polizia e spiana la strada per l'uso dell'esercito nelle operazioni di sorveglianza delle frontiere.
Intanto ieri nel vertice straordinario dei ministri degli Interni dell’Ue si è raggiunto un accordo a metà. Tutto è stato rimandato al Consiglio Esteri del prossimo 8 ottobre in Lussemburgo (o ad uno straordinario da convocare prima di quella data), nella speranza che le divergenze ancora evidenti siano sanabili. Se da un lato c'è stato il via libera sulla realizzazione degli hotspot, sulla politica dei rimpatri e sul rafforzamento di Frontex, alcuni paesi non hanno voluto sottoscrivere l'impegno alla redistribuzione di 120mila profughi. "Non è stato possibile trovare l'unanimità" ha detto Jean Asselborn, ministro degli Esteri del Lussemburgo ma "ci sarebbe un accordo suffragato da una larga maggioranza e il Consiglio può decidere per maggioranza qualificata".
Dura la posizione della Germania, dopo il vertice di Bruxelles. La mancanza di accordo sulle quote di redistribuzione ha spinto il vicecancelliere tedesco Sigmar Gabriel ad affermare che "l'Europa si è disonorata ancora una volta, si è coperta di ridicolo". Mentre anche il ministro degli esteri italiano si è detto deluso dai risultati del vertice.
"Solo la Germania ha notificato la decisione di ripristinare i controlli alle frontiere", così Natasha Bertaud portavoce della Commissione Ue per Immigrazione e Affari interni. Ieri anche Austria e Slovacchia avevano espresso la loro volontà di reintrodurre i controlli ma senza presentare la comunicazione ufficiale. Comunicazione che, nel caso austriaco, è arrivata oggi con Vienna che spiega che i punti nodali dei controlli sulle sue frontiere dovranno essere sui confini con Ungheria, Italia, Slovenia e Slovacchia.
La repubblica Ceca è pronta a schierare le forze armate per proteggere i confini contro la crisi migratoria. Lo ha detto il primo Ministro ceco Bohuslav Sobotka intervenendo in Parlamento. La misura potrebbe scattare - ha spiegato - nel caso in cui la polizia non sia in grado di gestire l'emergenza.
Al largo delle coste turche si sono invece verificate due nuove tragedie del mare. Il primo episodio riguarda un barcone partito dalla città di Datca e diretto a Kos, in Grecia, che è affondato. Nell'incidente sono morti 22 migranti, quattro dei quali erano bambini. La Guardia costiera turca è riuscita a salvare altre 211 persone che si trovavano a bordo dell'imbarcazione. La seconda tragedia si è verificata vicino a Smirne, un gommone si è ribaltato: due persone sono morte e altre 11 sono state tratte in salvo.
A dare un'idea delle dimensioni del fenomeno migratorio in corso sono i dati diffusi da Frontex. Secondo l'agenzia per Ue per la gestione delle frontiere esterne, solo nel mese di agosto sono entrati nell'Unione Europea 156mila migranti, un numero record. Il totale da inizio anno è salito a 500mila. In tutto il 2014 furono 280mila. Un totale di 464.876 migranti hanno attraversato il Mediterraneo dall'inizio del 2015, dice invece l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Il dato si riferisce ai migranti arrivati in Italia, Grecia, Spagna e Malta ed è aggiornato a ieri (l'8 settembre per la Grecia). Nello stesso periodo i morti nel Mediterraneo sono stati 2.812.
Sono oltre duecentomila i migranti arrivati in Ungheria dall'inizio dell'anno. È quanto hanno reso noto le forze dell'ordine ungheresi. Dal 1 gennaio sono arrivati 200.778 richiedenti asilo, secondo questi dati. La maggior parte sono arrivati dalla Serbia per proseguire in altri Paesi dell'ovest.
Nell'ultima settimana la Turchia ha fermato quasi 7 mila migranti che cercavano di entrare in Grecia e Bulgaria dalla sua frontiera terrestre. Lo riferisce l'agenzia di stampa statale Anadolu. Secondo il governatore della provincia nordoccidentale di Edirne, Dursun Ali Sahin, i migranti fermati sono stati riportati nelle regioni della Turchia dove erano stati registrati al loro arrivo.