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Riforme, la direzione Pd approva la relazione di Renzi. Ma la minoranza non vota

Roma, 22 Set 2015 - Voto unanime, ma la minoranza dem non partecipa. Questo il responso della direzione Pd sulla relazione del premier e segretario Matteo Renzi, incentrata sul Ddl Boschi e sulla mediazione sull'articolo 2 per ridefinire i termini dell'elezione indiretta dei membri del nuovo Senato.

Nella sua replica, il leader democratico è stato chiaro: "Senza riforme questa legislatura non esiste". Ottimismo, da parte di Renzi anche sui tempi dell'approvazione in seconda lettura a Palazzo Madama sul Ddl Boschi.  "Ci sono tutte le condizione per chiudere entro il 15 ottobre". Per questo, il segretario chiede, prima del voto in direzione, "un'assunzione di responsabilità politica" ricordando che "un anno e mezzo fa la legislatura era morta, noi abbiamo preso un rischio e ora sarebbe un errore politico pensare di aver concluso l'opera".  Da Modena, dove partecipa alla Festa de L'Unità, l'ex segretario dem Pierluigi Bersani commenta: "Da Renzi, apertura significativa".

La mancata partecipazione al voto della minoranza Pd la spiega Alfredo D'Attorre: "Abbiamo detto con chiarezza che le riforme si votano in Parlamento non in direzione". E sul merito della mediazione sull'articolo 2, D'Attorre aggiunge: "Se il meccanismo è quello per il quale gli elettori decidono ed il Consiglio regionale si limita a ratificare" la nomina dei senatori "allora si può ragionare. "Vedremo in Parlamento se la proposta è seria".

Per la minoranza, Gianni Cuperlo apre ad un accordo, pur invitando Renzi e la minoranza ad evitare prove di forza.

Il "traguardo" dell'approvazione della riforma costituzionale "si può tagliare" se "ciascuno rinuncia a qualcosa" e se si evita di vedere la questione come "un braccio di ferro, una prova muscolare", magari con la voglia di "esibire uno scalpo" che "non c'entra col merito della riforma". Questo, l'appello di Gianni Cuperlo, intervenuto dopo Matteo Renzi alla Direzione Pd, ribadendo che la proposta avanzata da Vannino Chiti "va nella direzione giusta".

Al centro del dibattito con la minoranza, c'è proprio l'articolo 2 del Ddl Boschi sulla elettività indiretta dei senatori. Se il presidente del Senato Pietro Grasso dovesse aprire a modifiche al suddetto articolo "si dovrebbero convocare Camera e Senato perché saremmo davanti a un fatto inedito" avverte il premier Matteo Renzi.

"Adesso i voti sono diventati un po' pleonastici. Andiamo alla sostanza: mi pare che Renzi abbia fatto un'apertura significativa ". Così Pier Luigi Bersani appena arrivato alla Festa dell'Unità di Modena sulla direzione Pd e l'intervento di Renzi sulle riforme. "Voglio essere chiaro ancora una volta - ha spiegato l'ex segretario Pd - se si intende, come mi pare di avere capito, che gli elettori decidono, scelgono i senatori, e i consigli regionali ratificano, ne prendono atto, va bene, sono d'accordo. Perché è la sostanza di quello che abbiamo sempre" chiesto. Decidono gli elettori, i senatori non li si fa in una trattativa a tavolino. Meglio tardi che mai, se è così".

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