Cagliari, 7 Ott 2015 - “Una rete dei centri pubblici e privati per la riabilitazione, da inserire nel Piano per la riorganizzazione della rete ospedaliera, con l’Istituto Santa Maria Bambina, eccellenza regionale riconosciuta, come capofila”: è quanto propone il capogruppo dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici in Consiglio regionale, Attilio Dedoni, intervenendo nel dibattito sugli effetti del Piano proposto dalla Giunta regionale e sul ruolo da ritagliare al suo interno per il centro di riabilitazione di Oristano.
“E’ un controsenso”, sottolinea Dedoni, “sostenere che il Santa Maria Bambina sia destinato a diventare un doppione del reparto di riabilitazione dell’ospedale San Martino, per il semplice fatto che il primo esiste da cinquant’anni ed è una realtà consolidata e all’avanguardia in Sardegna nel campo della riabilitazione ed in particolare della neuroriabilitazione, mentre il secondo ancora non esiste e la sua creazione comporterebbe inevitabili inefficienze, destinate a durare almeno fino a quando la sua attività non arriverà a pieno regime, e spreco di denaro pubblico per finanziare la realizzazione di qualcosa che esiste già. E’ inoltre necessario riconoscere come il Santa Maria Bambina non abbia mai gravato sulle casse di viale Trento, essendo sempre riuscito a risolvere da sé le situazioni di difficoltà finanziaria che pure ha attraversato, e che anche in questo rappresenti un’eccellenza, a differenza degli altri istituti sanitari privati, che hanno costretto a più riprese (proprio in questi giorni, il Consiglio regionale si è occupato del San Giovanni Battista di Ploaghe) la Regione ad iniezioni di denaro pubblico necessarie ad evitare crisi occupazionali e la perdita di servizi essenziali per i cittadini”.
“La creazione di una rete che metta insieme tutti i centri di riabilitazione della Sardegna, da inserire nella rete ospedaliera regionale”, conclude il capogruppo, “permetterebbe di superare le criticità contenute nella proposta di Piano di riorganizzazione presentata dalla Giunta, garantendo un servizio adeguato alle necessità e diffuso sul territorio. Ciò permetterebbe inoltre di avviare la sperimentazione di pratiche riabilitative oggi assenti nell’Isola, come il risveglio dal coma, che il Santa Maria Bambina si candida ad ospitare. Tale sperimentazione consentirebbe ai sardi di accedere a servizi oggi inesistenti e di ridurre i cosiddetti ‘viaggi della speranza’”. Com