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Ankara, strage al corteo pacifista, quasi 100 morti. In migliaia in piazza contro il governo.

Ankara (Turchia), 11 Ott 2015 - Il più sanguinoso attacco terroristico nella storia della Turchia ha colpito una marcia per la pace nella capitale Ankara ad appena 20 giorni dalle cruciali elezioni politiche anticipate. Due violente esplosioni in pochi secondi e a pochi passi dalla stazione ferroviaria, le vittime almeno 97, oltre 400 i feriti. In migliaia si erano radunati nel centro della città per chiedere di fermare l'escalation del conflitto con il Pkk curdo e riaprire i negoziati di pace. Nessuna rivendicazione ha fatto sapere il governo che parla di un probabile attacco kamikaze, forse due le persone. "È l'episodio più doloroso della storia della Repubblica" ha commentato il premier turco, Ahmet Davutoglu e ha indicato come potenziali sospetti Isis e Pkk ma anche le sigle di estrema sinistra Dhkp-c e Mlkp. Dichiarati tre giorni di lutto nazionale.

E mentre il presidente Erdogan condanna l'attacco esplode la rabbia contro il governo. Migliaia di persone sono scese in piazza ieri sera a Istanbul, accusando lo Stato di essere responsabile della strage. I dimostranti hanno esposto striscioni e cartelli con le scritte "Stato assassino", "conosciamo i colpevoli" e hanno chiesto a gran voce le dimissioni del presidente, Recep Tayyp Erdogan. Manifestazioni hanno avuto luogo anche in altre città turche, tra cui Smirne, Batman e Diyarbakir. In quest'ultima località, la polizia ha utilizzato gas lacrimogeni per disperdere la folla.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha condannato con forza questo attacco "che prende di mira l'unità. Siamo contro ogni forma di terrorismo".

"Stiamo assistendo a un enorme massacro, una continuazione di quelli di Diyarbakir e Suruc", accusa il leader del partito filo-curdo Hdp, Selahattin Demirtas, rievocando l'attentato a un suo comizio nella "capitale" curda del sud-est in cui morirono 2 persone alla vigilia del voto del 7 giugno. L'Hdp punta il dito contro il governo Davutoglu, giudicato incapace di garantire la sicurezza dei manifestanti contro pezzi deviati delle istituzioni che potrebbero aver organizzato l'attentato: "Siamo di fronte a uno stato assassino che si è trasformato in una mafia".

Tra i primi interventi del governo c'è stato quello di imporre una censura ai media sulle immagini relative all'attacco. Il divieto si riferisce alla pubblicazione di immagini e video del momento dell'esplosione e di scene cruente "che possano creare un sentimento di panico" nella popolazione. Se i media non rispetteranno il divieto rischiano anche una "censura totale", compreso il blocco all'accesso per i siti web. Diversi rallentamenti su internet sono già stati segnalati nel Paese.

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