Cagliari, 15 Ott 2015 - Il ministero della Salute non sta ipotizzando di radiare i medici che sconsigliano le vaccinazioni ai propri pazienti. Lo chiariscono fonti del ministero di lungotevere a Ripa precisando che "radiare un medico non dipende certo dal ministero ma dall'ordine dei medici" e comunque "mai è stata presa in considerazione una tale ipotesi, mai è stata proposta e mai è stata neanche all'ordine del giorno". Il ministro della Salute Lorenzin, al contrario, "è al fianco dei medici e lavora in stretta collaborazione con loro per diffondere la cultura dei vaccini". Assolutamente false, dunque, le voci che volevano fosse allo studio del ministero un provvedimento punitivo di tipo deontologico o disciplinare per i medici che diffondono informazioni non basate su evidenze scientifiche circa la pericolosità dei vaccini.
Intanto il progetto di legge alla Camera sulle vaccinazioni obbligatorie a scuola viene rilanciato anche dagli assessori regionali alla Sanità che condividono l'opportunità della misura "per la tutela della salute collettiva". Gli assessori, riuniti ieri in Commissione Salute per valutare la proposta del Piano nazionale per la prevenzione vaccinale, hanno ipotizzato la possibilità di non ammettere a scuola bambini e ragazzi non vaccinati, invitando a una riflessione sul tema i diversi attori coinvolti. Il nuovo Piano vaccini sarà all'attenzione dei governatori in Conferenza delle Regioni e, successivamente, all'esame della Conferenza Stato-Regioni, il 20 ottobre.
L'intervento del Parlamento e delle Regioni sui vaccini si basa su dati che parlano chiaro: in due anni i bambini vaccinati sono scesi sotto la soglia del 95%, che è quella che garantisce la cosiddetta "immunità di gregge", che vuol dire che se moltissimi sono vaccinati, se ne scappa qualcuno è protetto dalla massa. Per vaccini come il trivalente, morbillo parotite e rosolia, in alcune Regioni siamo crollati all'87%. Inaccettabile, perché in questo modo è statisticamente certo che ripartano ondate di malattie infettive, che hanno un pesante costo sociale, oltre che umano: a Bologna una bimba è appena morta per la pertosse, in molti ospedali italiani stanno riaffacciandosi malattie che i medici neppure riconoscono, grazie ai vaccini erano scomparse da decine di anni. Quasi 5 mila i casi di morbillo lo scorso anno, in Ucraina è tornata la poliomielite, la paura dei vaccini che viene alimentata sui siti internet sta rimettendo in discussione gli standard di salute che avevamo conquistato nel Continente proprio grazie alle vaccinazioni.
Il tema sta suscitando un grande dibattito. Gli assessori regionali alla Sanità sono orientati a reintrodurre l'obbligo di vaccinazione per i bambini che frequentano le Scuole dell'obbligo. Su questa ipotesi si sta scrivendo il nuovo "Piano nazionale di prevenzione vaccinale", che costerà 200 milioni in più rispetto al passato, proprio per la introduzione di nuove vaccinazioni. Il piano sarà il 20 ottobre all'attenzione dei governatori nel corso della Conferenza delle Regioni e, successivamente, all'esame della Conferenza Stato-Regioni. La decisione degli assessori è una presa di posizione estremamente significativa dopo gli allarmi lanciati dall’Istituto Superiore di Sanità sull'aumento delle famiglie che rinunciano soprattutto nei casi in cui la vaccinazione è 'solo' raccomandata. Questa misura inoltre è stata sollecitata da una petizione diretta al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, da una mamma di Cesena, che ha visto la sua piccola a 40 giorni colpita da una malattia che riteneva un fenomeno sotto controllo, la pertosse, la petizione in poche ore, online, ha superato le 18 mila firme.
Una proposta di legge che "vieta l'accesso alle scuole dell'obbligo o agli esami a coloro che siano sprovvisti del certificato di vaccinazione" e che renda obbligatorie anche le vaccinazioni contro morbillo e pertosse "oggi solo raccomandate" è stata presentata all'onorevole del Pd Umberto D'Ottavio, membro della VII commissione cultura e istruzione. La proposta di legge inoltre prevede che "il Ministero della Salute e le Regioni promuovano annualmente una campagna di sensibilizzazione alla vaccinazione in modo da ostacolare la diffusione di informazioni errate e di false notizie, quali la correlazione tra le vaccinazioni e l'autismo, che periodicamente si diffondono tra la popolazione e che sono la causa principale della diffidenza verso i vaccini" ha concluso D'Ottavio. C'è anche chi frena e propone in alternativa all'obbligo delle campagne informative dirette ai genitori.
Sul tema interviene anche l’Associazione cultura Pediatri che chiede al ministro Lorenzin un sistema vaccinale unico, nazionale, moderno, aggiornato: “vedere 22 apparati indipendenti che pensano, si organizzano, decidono in modo diverso e a volte contrastante è' illogico e pericoloso. Il federalismo vaccinale incentiva pensieri su interessi diversi da quello della salute (allontanando i cittadini dalle vaccinazioni), vanifica tentativi di verifica e controllo impedendo una attenta politica di prevenzione produce sprechi enormi”.
Il dibattito è aperto e merita la massima attenzione visto che sta rimettendo in discussione la salute dei bambini e il diritto di scelta dei genitori. Obbligo o no? Vogliamo discuterne con voi: di queste e altre problematiche si parlerà infatti nello speciale “Fuga dai Vaccini” che andrà in onda sabato 17 ottobre su Rainews24 alle 19:30 condotto Gerardo D’Amico. Ospiti in studio Luca Pani, direttore generale IAFA, Enrico Vizza, segretario nazionale della Società Italiana Ginecologia Ostetricia e Alberto Villani, vicepresidente della Società Italiana Pediatria.