Olbia, 21 Ott 2015 – Approccio al sospetto di intossicazione da funghi e riconoscimento della tipologia di avvelenamento, terapie e prevenzione: sono questi gli aspetti che verranno trattati nei corsi teorico/pratici di micotossicologia organizzati dalla Asl di Olbia e rivolti ai medici ospedalieri, e ai medici di medicina generale e ai pediatri, ma anche agli infermiere, a tutti gli operatori sanitari, insomma, che potrebbero trovarsi a gestire per primi un caso di intossicazione generato dal consumo di funghi.
La Asl di Olbia ha organizzato un percorso formativo rivolto a circa 350/400 operatori sanitari che si sviluppa in due giornate, riproponendole in quattro edizioni, così da dare la possibilità al personale dell’Azienda di frequentare il corso che prevede sia ore di aula, che simulazione di casi clinici.
La prima edizione è in programma venerdì 23 ottobre 2015, con inizio dei lavori alle ore 08.30, mentre la seconda parte della lezione, quella pratica, si terrà venerdì 30 ottobre, sempre dalle 8.30. Le lezioni in aula verranno tenute da Francesca Assisi, medico tossicologo clinico presso il Centro Antiveleni dell'Azienda Ospedaliera Niguarda Cà Granda di Milano, il centro antiveleni di riferimento per tutto il territorio nazionale.
L’Asl gallurese, attenta alla salute pubblica e alla prevenzione degli avvelenamenti da funghi, dopo la formazione e l’aggiornamento dei propri micologi, ha deciso di estendere la formazione anche agli altri operatori sanitari che potrebbero trovarsi a gestire un caso di intossicazione: a tal proposito nella due giorni di formazione, che si terranno tra Tempio e Olbia, verranno fornite le basi sulla tossicologia, i vari sintomi attribuiti alle diverse tipologie di fungo, per poi passare alla discussione e all’analisi di casi concreti di avvelenamento.
“La Asl di Olbia ricorda che nella raccolta dei funghi è necessario prestare la massima cautela e attenzione; è sconsigliato il “fai-da-te”, in quanto una conoscenza superficiale può portare a confusioni fatali. Per questo motivo l’Azienda sanitari mette a disposizione della popolazione degli esperti, i Micologi appunto, in grado di valutare scientificamente le centinaia di specie che i cercatori raccolgono nei boschi della Gallura stabilendone o meno la commestibilità”, spiega mari a Rita Ara, responsabile del servizio di Igiene e alimenti della Asl di Olbia.
Alcuni numeri dell’Ispettorato Micologico della Asl di Olbia - (gli sportelli aprono la loro attività al pubblico nel “periodo delle piogge”, tendenzialmente da gennaio, marzo e aprile e da settembre a dicembre. Gli sportelli sono aperti al pubblico il lunedì, mercoledì e venerdì, dalle ore 09.00 alle ore 13.00).
A Olbia (piano terra della Palazzina all’ingresso del “San Giovanni di Dio”): nel 2015 sono stati registrati una ottantina di accessi;
A Tempio Pausania (piano terra nelle palazzina dell’ex Caserma Fadda): nel 2015 sono stati registrati una trentina di accessi;
Per ulteriori informazioni è possibile contattare il Servizio di Igiene e alimenti e della nutrizione della Asl di Olbia allo 0789 552153 - 114.
Alcuni consigli ultili - “I micologi sono esperti, formati dall’Azienda sanitaria e messi a disposizione della popolazione, per evitare spiacevoli conseguenze dal consumo dei funghi, un prodotto che in Sardegna nasce abbondantemente e spontaneamente nei nostri boschi e si trova ampiamente presente nella nostra cucina, ma per il quale bisogna sempre stare attenti, per noi stessi e per i nostri cari. Un consumo errato potrebbe avere spiacevoli conseguenze, che potrebbero portare, nei casi più gravi, al trapianto del fegato o dei reni, sino alla morte”, spiegano gli esperti.
Per questo motivo: Diffidate sempre dalle specie non conosciute e contattate gli specialisti; Si sconsiglia il consumo di funghi raccolta nei parchi urbani: sono numerosi i cittadini che raccolgono i funghi al “Fausto Noce”: “tendenzialmente possono essere pericolosi perché, in presenza di trattamenti fito-sanitari, possono rilasciare sostanze nocive all’organismo umano”, spiegano i micologi; In questa stagione si assiste ad un abbondanza del “Boletus Queletii”, che viene spesso confuso con il “Fragrans” e con l’ “Impolitus”: “il boletus queletii, a differenza degli altri due, è commestibile solo previa prolungata cottura, in caso contrario può causare una intossicazione gastroenterica”, spiegano gli esperti, che invitano alla massima attenzione. Com