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Riforma enti locali, Assessore Erriu a Nuoro: la città metropolitana non può prescindere dalla densità urbana

Cagliari, 24 Ott 2015 - La riforma degli enti locali è stata al centro dell’incontro che si è tenuto ieri all’auditorium della Camera di commercio di Nuoro, al quale ha partecipato l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu. Numerosi i punti da lui toccati durante il suo intervento, in particolare quelli al centro del dibattito pubblico da alcune settimane a questa parte.

“Il livello di articolazione delle Unioni di Comuni, frutto di una libera scelta dei territori, corrisponde per lo più alle regioni storiche della Sardegna: fotografano l’orografia della nostra isola e hanno elementi identitari comuni, che vanno oltre la semplice perimetrazione fatta su una cartina geografica – ha esordito Erriu –. Nell’elaborare il testo di riforma abbiamo pensato di mettere insieme le esigenze manifestate dai territori, per evitare che la Regione cali le sue scelte dall’alto, pur all'interno di un quadro coerente di ottimalità e razionalità amministrativa”.

“Sono convinto che, se ha senso fare una città metropolitana in Sardegna, ha senso farla solo se coincide con quell’idea di città diffusa che fa conciliare la densità urbana con i fabbisogni di governance e gli strumenti adeguati per guidarla. E quell’idea è scritta da un paio d’anni all’interno del programma di governo del presidente Francesco Pigliaru – ha sottolineato l’assessore Erriu –. Se prendiamo i dati della densità demografica dei capoluoghi di provincia, ci accorgiamo che Cagliari conta 1.932 abitanti per chilometro quadrato, Nuoro 191, Sassari 221, e così via: più o meno siamo in un rapporto di 1 a 10 tra le varie realtà dell’Isola rispetto alla città di Cagliari. Un altro indicatore riguarda l’utilizzo dei suoli: a Cagliari, per esempio, abbiamo un 84% di superficie urbanizzata e un 16% di superficie rurale, a Sassari il 7% di superficie urbana e il 93% rurale. Se poi andiamo a mettere insieme i sette Comuni dell’area vasta di Sassari, il rapporto percentuale cresce ancora di più. Questi elementi sono posti alla base della programmazione che consente di destinare ai territori i fondi Feasr, quelli per l’addizionalità e la condizionalità, tutte le risorse riservate alle politiche di sviluppo locale. Ma alla base di tutti i ragionamenti ci dev’essere la consapevolezza che un ente locale è chiamato anzitutto a gestire i servizi a favore dei cittadini amministrati, e questo va oltre le esigenze di rappresentatività dei territori e le aspettative di perequazione che possono essere soddisfatte anche senza il moltiplicarsi di nuovi livelli istituzionali”.

“Bisogna fare delle scelte, anche difficili, e noi lo stiamo facendo con determinazione e convinzione – ha proseguito il rappresentante dell’esecutivo Pigliaru –. Dobbiamo esercitare la nostra autonomia nel disegnare una tipologia di città metropolitana che non corrisponda a quella prevista dalla legge Delrio: sulla perimetrazione non dobbiamo legarci all’individuazione di un limite territoriale che faccia coincidere la città metropolitana alla provincia. Stiamo ascoltando le istanze di tutti i territori, perché vogliamo che le scelte siano condivise. Ma un’idea di fondo questa legge deve averla, e la deve avere sulla base di convinzioni nette. L'inseguimento di logiche localistiche ha portato in passato a scelte che i cittadini hanno giudicato in modo negativo. Ci sono naturalmente molti temi aperti, per esempio quello relativo alla sorte del personale degli enti intermedi che non può essere risolto solo con norme di carattere generale. Ci stiamo lavorando, confrontandoci con le rappresentanze sindacali per trovare una soluzione ottimale che salvaguardi i lavoratori e assicuri il mantenimento del livello di erogazione dei servizi”. Red

 

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