Cagliari, 31 Ott 2015 - Nuove regole per gli incentivi alle imprese sarde: tempi certi e più rapidi, procedure semplici e snelle, bandi chiari, strumenti ad hoc e un sistema di monitoraggio e controllo attraverso una Banca dati appositamente costituita per evitare duplicazioni ed errori del passato. Sono questi i cardini della delibera approvata dalla Giunta, su richiesta dell’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, con gli indirizzi per definire gli strumenti attuativi della Strategia “Creare opportunità di lavoro favorendo la competitività delle imprese”, all’interno della Programmazione Unitaria. L’Esecutivo ha dunque stabilito attraverso quale percorso e con quali regole le imprese possono accedere ai 725 milioni di euro di fondi europei, nazionali e regionali disponibili per tutta la durata della programmazione Fesr 2014-20, rendendo quella Strategia operativa.
“Siamo partiti dalla programmazione unitaria di tutti i fondi all’interno della Cabina di regia e ora predisponiamo le linee guida per partire con bandi che diano alle imprese la possibilità di accedere ai finanziamenti in modo rapido – spiega l’assessore Paci –. Per arrivare a questa svolta decisiva siamo partiti proprio analizzando i punti deboli della programmazione 2007-13, modificandoli e tenendo come cardine di tutto il lavoro la programmazione contemporanea di tutte le risorse disponibili. Nel caso specifico parliamo di 725 milioni di euro disponibili per le imprese fino al 2020 e 229 milioni solo nel 2015”. Tre i principi alla base delle linee guida approvate in Giunta: tempi più brevi per istruttoria ed erogazione delle agevolazioni con la semplificazione e informatizzazione delle procedure; meno discontinuità nella pubblicazione dei bandi e premi per la qualità dei progetti, con l’introduzione di meccanismi utili a migliorare la fattibilità finanziaria delle proposte; modulazione delle procedure in base alla dimensione dell’impresa, al suo mercato di riferimento e al tipo di intervento proposto.
Saranno privilegiate le procedure a sportello con l’utilizzo della modalità “automatica” (quando non è necessaria un’attività istruttoria come nei bonus assunzionali o negli interventi a favore delle microimprese soprattutto artigiane), di quella “valutativa” per progetti complessi da realizzare successivamente alla presentazione della domanda (per esempio nei progetti d’investimento) e infine della modalità “negoziale” per interventi di sviluppo territoriale o settoriale (contratti di investimento o di insediamento o di filiera).
Il procedimento a sportello è quello europeo: chiamate (call) scaglionate nel periodo di programmazione, dunque un buon compromesso tra la forma concorsuale del bando a graduatoria e quella tradizionale del bando a sportello. Sarà fissata una periodicità nella frequenza della pubblicazione delle call per le diverse tipologie di strumento, a fronte di un ammontare di risorse definito e disponibile, sopperendo in questo modo alla mancanza di comparazione tra diverse proposte finalizzata a sostenere esclusivamente le più meritevoli, tipica delle procedure a graduatoria che però spesso dilatano eccessivamente i tempi.
Le diverse tipologie di intervento, finanziate con il “Fondo competitività”, devono essere comprese in una delle fasce definite sulla base della dimensione finanziaria dell’intervento (fino a 15mila euro, da 15 a 150mila, da 200 a 800mila, da un milione e mezzo a 5 milioni, da 5 a 20 milioni; nella macrocategoria innovazione rientrano interventi da 0 a 5 milioni). A queste tipologie si aggiungono gli strumenti di ingegneria finanziaria già attivati: il Fondo rischi destinato al finanziamento del rischio, il Fondo di garanzia per il sostegno al credito, il Fondo FRAI per la reindustrializzazione e il microcredito nelle forme già operative.
Il Fondo viene istituito dal Centro Regionale di Programmazione (Crp) per la gestione finanziaria di gran parte di questi strumenti e affidato alla Sfirs. Di fatto, un “contenitore finanziario” all’interno del quale la Sfirs avrà il compito di “alimentare” i diversi strumenti sui quali le direzioni generali devono poi costruire i bandi destinati alle imprese. A sovrintendere il tutto, una Banca Dati che gestirà il controllo delle risorse erogate per evitare sovrapposizioni e storture. Il Crp, infine, potrà avvalersi di Sardegna Ricerche per le attività connesse all’innovazione, del Bic Sardegna per incrementare gli interventi destinati alla creazione d’impresa, di Insar per le attività di formazione e di SardegnaIT per implementare la piattaforma informatica destinata alla selezione di beneficiari e destinatari.
“L’obiettivo è aiutare le imprese, di qualunque dimensione siano e in qualunque settore operino – conclude il vicepresidente della Regione –. Puntiamo soprattutto sull’innovazione, che deve coinvolgere l’intero settore produttivo perché cresca attraverso lo sviluppo tecnologico, e sull’internazionalizzazione perché è impensabile continuare a guardare solo ai mercati locali. Bisogna aprirsi al mercato mondiale, e su quello imporsi con i nostri prodotti che sono unici al mondo”. Red