Press "Enter" to skip to content

Venti nomadi denunciati per tentata truffa e falso in atto pubblico dai carabinieri della compagnia di Porto Torres.

Porto Torres (SS), 13 Nov 2015 - Nella giornata di ieri, i carabinieri della Compagnia di Porto Torres hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari venti, uomini, donne e due minorenni, tutti nomadi, perché accusati dei reati di tentata truffa aggravata e falsità ideologica commessa in atto pubblico.

Era la fine di giugno 2014 quando uno degli indagati, residente presso il campo nomadi di “Ponti Pizzinnu”, si si era presentato presso la caserma dei carabinieri di Porto Torres per avere delucidazioni circa la compilazione di un modulo di autocertificazione attestante l’esenzione da pendenze penali e le conseguenze alle quali si sarebbe esposto chi eventualmente avesse dichiarato il falso. La risposta è stata scontata ed altrettanto lo è stata l’immediata attività, informativa prima e d’indagine poi, condotta dai carabinieri della Compagnia di Porto Torres in seguito a quell’insolita richiesta d’informazioni.

Però ben presto gli accertamenti hanno permesso di appurare che il progetto intitolato “Attività d’integrazione sociale e inserimenti lavorativi per la comunità Rom”, finanziato con fondi pubblici e bandito dal Comune di Porto Torres, richiedeva, tra i requisiti soggettivi dei partecipanti, l’esenzione da pendenze penali autocertificata con apposito modulo.

Si trattata di un progetto che prevede l’assegnazione di 10 borse lavoro da 500 euro mensili ad altrettanti nomadi, per una durata complessiva di 6 mesi, finalizzate alla creazione dei presupposti minimi essenziali, indispensabili per attuare una piena inclusione sociale della minoranza rom presente a Porto Torres, mediante l’inserimento nel mondo del lavoro.

Una volta che i Carabinieri avevano individuato il punto di criticità del bando, relativo proprio alle autocertificazioni attestanti l’esenzione da pendenze penali, hanno approfondito gli accertamenti e, guidati dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Dott. Mario Leo, responsabile delle indagini, hanno acquisito e vagliato tutta la documentazione esibita da tutti i partecipanti al bando.

Il risultato è stato di 20 persone, tra uomini, donne ed anche due minorenni, che falsamente avevano attestato di essere esenti da pendenze legali, proprio per poter accaparrarsi le borse lavoro. Tutti i concorrenti mendaci sono stati, grazie all’attività investigativa svolta, smascherati ed estromessi dalle procedure concorsuali. Ed ora, oltre a non poter partecipare al bando e non percepire l’erogazione di denaro pubblico, saranno sottoposti ad un procedimento penale davanti al Giudice del Tribunale di Sassari e dovranno rispondere dei reati di tentata truffa aggravata e falsità ideologica commessa in atto pubblico.