Cagliari, 10 Dic 2015 - Al via il risanamento delle casse della Regione. Un'operazione necessaria e ormai non più rinviabile, per far fronte al disavanzo provocato dalla gestione della precedente legislatura. L'obiettivo è rientrare completamente dal debito, stimato in 400 milioni di euro all'anno, entro i prossimi tre anni, in modo da riconsegnare ai sardi una Regione risanata e finalmente libera dal peso delle spese fuori controllo del passato. Con questo obiettivo la Giunta propone di introdurre temporaneamente alcune modifiche all'aliquota dell'addizionale regionale Irpef, che attualmente - fissata all'1,23% - è al minimo consentito.
La Giunta propone ora al Consiglio, che ha l'ultima parola, di suddividere e proporzionare il pagamento dell'Irpef sulle cinque fasce di reddito previste dalla normativa nazionale. L'esecutivo ha deciso poi di non introdurre il ticket su ricette e medicinali, congelando la decisione in attesa dei primi risultati dati dal Piano di rientro che sarà presentato nei prossimi giorni. Si parte dai redditi fino ai 15mila euro per arrivare a quelli oltre i 100mila, con una percentuale Irap che va rispettivamente dall'1,3% al 3,3%, modulata con un criterio proporzionale e progressivo. Un aumento temporaneo, che la Giunta si impegna a rivedere al ribasso quando il debito sarà risanato, una tassa di scopo che ha l'unico obiettivo di riportare ordine nei conti.
"Sono provvedimenti necessari se vogliamo dare una svolta, risanare le casse della Regione devastate da anni di spesa fuori controllo e consegnare ai sardi una regione finalmente sana senza la zavorra di enormi debiti sulle loro spalle - dice l'assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci -. Ma posso assicurare che le fasce economicamente più deboli della società non saranno toccate, e che il sacrificio chiesto solo per un periodo di tempo ai sardi sarà proporzionale alle possibilità economiche di ciascuno. Non possiamo più far finta di niente e lasciare che il dramma si autoalimenti e peggiori, chi ci ha preceduto ha lasciato il disastro e noi abbiamo il dovere preciso e non più rinviabile di intervenire per salvaguardare le future generazioni. Il Piano di rientro è indispensabile per evitare tagli nelle politiche della Regione che significherebbe per i sardi dover rinunciare a importanti interventi per la scuola e la ricerca, per lo sport, lo spettacolo, l'ambiente e la cultura, per fare solo alcuni esempi".