Cagliari, 22 Dic 2015 - Il consigliere del Pd, Gianni Ruggeri, ha dichiarato di apprezzare l’intervento del relatore della minoranza, Christian Solinas, «perché ha svolto considerazioni di natura tecnica e non è entrato nel merito del disavanzo della sanità, né sulle sue case e sulle responsabilità». «Si assiste in quest’Aula – ha proseguito il consigliere della minoranza - ad un’inversione delle responsabilità e si danno dati confusi e fuorvianti che mettono sullo stesso piano “lo stanziato” piuttosto che il “determinato” dal Cipe». Ruggeri ha contestato le affermazioni del collega Cossa («ai tempi della Dirindin non c’era il disavanzo mostruoso di cui si parla e nel 2014 con i commissari abbiamo ridotto il trend di crescita del fondo sanitario regionale»).
L’esponente dei democratici ha escluso inoltre che i problemi della sanità sarda possano ricondursi all’intesa istituzionale del 2007 Soru-Prodi ed ha evidenziato che con il provvedimento in discussione non si sta “pagando” il fabbisogno sanitario nuovo ma che si è fatto emergere il debito degli anni passati.
«La differenza tra noi e voi – ha concluso Ruggeri – è che voi avete rinunciato a governare i processi strutturali della crescita della spesa sanitaria mentre noi li affrontiamo per risolverli ed evitiamo dunque di mettere la polvere sotto il tappeto come ha fatto chi ci ha preceduto».
Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fd’I) ha riproposto la critica per la carenza di documentazione nella disponibilità dei consiglieri della minoranza ed ha ribadito contrarietà per la riproposizioni di modifiche da parte dell’esecutivo tali da stravolgere il testo in discussione in Aula.
L’esponente del Misto ha quindi riaffermato dubbi sulla legittimità della norma che si propone di aumentare l’aliquota Irpef ed ha sottolineato il rischio «di proceder con l’approvazione di una legge impopolare e che non produrrà risultati ma che genererà conflitti e ricorsi che non faranno entrare nelle casse regionali le risorse utili per ripianare il debito della sanità».
«Nei due anni del vostro governo – ha concluso Truzzu - non avete posto rimedio all’ingerenza della politica nella sanità né avete revisionato la spesa ma in compenso avete sbagliato la programmazione e nell’assestamento non sono arrivate le risorse e così mettete le mani nelle tasche dei sardi mentre continuano le consulenze gli sprechi».
Il consigliere Gianni Lampis (Fd’I) ha definito “coraggiosa” la scelta della maggioranza di portare in aula un provvedimento di “macelleria sociale”.
«La Giunta mette le mani in tasca ai sardi – ha detto Lampis – avete scelto il modo più semplice per coprire il disavanzo. Attribuite la colpa a chi vi ha preceduto ma riproponete gli stessi errori: il deficit non è diminuito in questa legislatura, l’azione dei commissari delle Asl non è stata efficace».
L’esponente di Forza Italia ha poi criticato l’azione di governo della maggioranza: «Si chiedono sacrifici ai sardi poi però si approvano provvedimenti per il reddito di cittadinanza (legge sperimentale per 5000 famiglie licenziata ieri in Commissione Sanità) – ha rimarcato il consigliere azzurro – ammiro il Governo nazionale che prima di deliberare altre tasse incide sulla spending review». Il consigliere azzurro ha quindi stigmatizzato il mancato contenimento della spesa pubblica: «Apprendiamo di nuovi concorsi all’Igea, dell’aumento delle cooperative sociali a Sassari, di mille nuove assunzioni ad Abbanoa, i giornali ci svelano gli sprechi delle Asl, con presidi ospedalieri dove giacciono attrezzature per 30 milioni di euro. Se si decide di risparmiare su queste voci – ha concluso Randazzo – noi siamo pronti a fare una battaglia comune per chiedere allo Stato di dare alla Sardegna risorse aggiuntive».
Fuori dal coro, tra i banchi della maggioranza, l’intervento della consigliera del PD Daniela Forma che ha definito “non indolore” il provvedimento varato dalla Giunta per far fronte al disavanzo della sanità.
«All’aumento della spesa non corrisponde un miglioramento del sistema, i costi sono ormai diventati insostenibili – ha detto Forma – non può passare il messaggio che cittadini e imprese debbano far fronte alle inefficienze del sistema pubblico».
La consigliera del Partito Democratico ha quindi auspicato un giro di vite nel contenimento della spesa pubblica: «Se è vero che non è possibile fare tagli e risparmi immediati è altrettanto chiaro che si possono cercare soluzioni per rimettere in equilibrio il sistema e rimediare ai debiti pregressi – ha sottolineato Daniela Forma – l’intervento su Irap e Irpef frena invece la possibilità di inserirsi nel clima di ripresa economica che cominciava a respirarsi anche in Sardegna».
Forma ha poi parlato di “responsabilità trasversali” nell’attuazione di politiche che negli anni hanno favorito la creazione di “stipendifici” e contribuito ad “ingrossare il settore pubblico”. «Non siamo più in grado di farci carico di queste pretese, occorre trovare le soluzioni per il contenimento della spesa all’interno del sistema regionale. Ho provato a portare queste considerazioni all’interno della mia maggioranza chiedendo di verificare, per esempio, i 600 milioni di euro destinato al Fondo Unico per gli Enti Locali, ma sembra un tabù. Pur essendo contraria a questo provvedimento non mi tirerò indietro – ha concluso Forma – ma non mi si chiami più ad avallare scelte come questa». Com