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Renzi: “il 2015 meglio del 2014”. Sul referendum: “se perdo lascio, mia esperienza fallita”

Roma, 29 Dic 2015 - "Il 2015 è andato meglio del 2014, meglio delle nostre previsioni nel 2014". Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi apre il suo discorso di fine anno davanti alla stampa parlamentare. Si diceva che l'Italia era in stagnazione perenne: se guardiamo i dati vediamo che il segno più torna a crescere: era previsto lo 0,7% e siamo allo 0,8". Insomma un anno che ha visto "la politica vincere sul populismo. Se il 2015 è stato l'anno delle riforme, il 2016 sarà l'anno dei valori" rimarcando che la legge di stabilità, che in molti criticano come "mance e mancette", invece "mette denaro" su settori come "scuola università, cultura, servizio civile".

Il presidente del Consiglio, sfogliando le slide su cui ha scelto di disegnare ironicamente un gufetto, parla di occupazione, scuola, riforme - "la legge elettorale il risultato più difficile, un capolavoro parlamentare". Il referendum sulla riforma costituzionale il premier lo immagina per ottobre 2016. Un banco di prova per il governo, perché se non dovesse andare, Renzi farebbe un passo indietro. "Se perdo il referendum allora considero la mia esperienza politica fallita" afferma Renzi rispondendo ad una delle domande.

"Il sistema bancario italiano è solido - precisa Renzi - non c'è rischio sistemico". Nello specifico dei cittadini danneggiati il presidente del Consiglio assicura che è suo dovere "farsi carico delle persone truffate. Abbiamo chiesto all'Anac di fare luce su quanto successo" E ancora: "si devono dare gli strumenti ai cittadini in modo che nessuno sia messo in condizioni di avere danni che non aveva calcolato".

Sulla possibilità che la Commissione parlamentare sulla vicenda delle banche sia presieduta da un esponente dell'opposizione, Renzi prende tempo. "Il Parlamento deciderà, non è il momento di ragionare se debba essere una Commissione di inchiesta o indagine".

Sull'ultimo consiglio Europeo: "Nessuna mia polemica, ho solo fatto domande. L'Italia non dichiara la guerra all'Europa: noi chiediamo solo di far rispettare le regole a tutti. Chiediamo rispetto per l'Italia e chiediamo chiarezza".

Sul via libera di Bruxelles alle richieste italiane sulla flessibilità sulla legge di Stabilità "lo darei per scontato", perché l'Italia non solo "non chiede sconti", ma ha rispettato "tutte le regole" e "chiede che le regole Ue siano rispettate da tutti". Così il premier Matteo Renzi, aggiungendo: "Rispettiamo tutte le regole e pretendiamo rispetto".

"Con questo governo si registra la vittoria della politica contro il populismo per 4 a zero e il risultato, anche grazie alle riforme, come quelle elettorale e del Senato, è un paese solido e stabile" afferma Renzi rimarcando l'importanza di essere passati da una legislatura "strascicata" che non andava avanti ad una in grado di fare le riforme e di eleggere il presidente della Repubblica.

"Per me i sondaggi non sono un problema, non mi interessano ma sono convinto che noi vinceremo alle prossime politico del 2018 al primo turno" afferma Renzi chiarendo di essere più interessato ora ai dati della grande distribuzione. E cioè quanto riescono a spendere in più gli italiani. In base ai sondaggi, ha poi ricordato, nel 2014 il Pd se la giocava con i 5 stelle ma poi i dem hanno toccato il 40,8% e i grillini sono rimasti al 20% dei sondaggi. "E non si dimentichi che ho preso un Pd che era al 25%", ha aggiunto.

"Siamo passati da piove governo ladro a non piove governo killer", ma l'Italia "ha ridotto le emissioni ultimi 25 anni, non è merito governo Renzi, di almeno un quarto rispetto al 1990. Non tutti Paesi europei hanno fatto la stessa cosa".

Non condivide l'analisi del presidente dell'Odg Enzo Iacopino, che ha introdotto l'incontro con la stampa parlamentare. "Nessuna piaggeria o diplomazia istituzionale, non c'è schiavitù in Italia" precisa Renzi. Poi l'attacco all'Ordine dei Giornalisti: "La mia posizione è chiara. Toccasse a me lo abolirei domani mattina". Sulla Rai: "Abbiamo dare la Rai a persone esperte, mai visto un cda così pieno di giornalisti". Poi cita il dossier di Reporter senza frontiere, 110 uccisi nel 2015.

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