Cosenza (Calabria), 25 Gen 2016 - "Sono andato in Turchia soltanto per pregare". E' quanto ha detto Hamil Mehdi il marocchino di 25 anni, arrestato questa mattina per i reati contemplati dalla nuova legislazione antiterrorismo, con particolare riferimento alla fenomenologia dei cosiddetti combattenti stranieri (foreign fighters). Il giovane radicalizzato e residente a Luzzi (Cosenza), è stato fermato all`alba dai poliziotti della Digos della Questura di Cosenza, coordinati dallo Sco, il Servizio centrale antiterrorismo.
Le indagini dei poliziotti della Digos di Cosenza e dell`Antiterrorismo della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione sono iniziate a luglio 2015 quando il ragazzo aveva raggiunto la Turchia, ma è stato fatto rientrare in Italia dopo che le autorità turche, d`intesa con gli uomini dell`antiterrorismo italiano, ne avevano evidenziato la pericolosità respingendolo per motivi di "sicurezza pubblica".
Hamil Mehdi era stato bloccato all'aeroporto di Istanbul dove avrebbe tentato di raggiungere la Siria per arruolarsi nelle file dell'Isis. Durante la perquisizione gli agenti hanno trovato in uno zaino dei pantaloni militari, una pubblicazione dei Fratelli Musulmani sui comportamenti che deve tenere un buon musulmano secondo il Corano, due telefoni cellulari e 800 euro in contanti.
“È stata una sorpresa". Così il sindaco di Luzzi, Manfredo Tedesco, commenta l'arresto del marocchino Hamil Mehdi per auto addestramento a fini terroristici. "Lo conosco, la sua famiglia abita a Luzzi da molti anni e sono integrati. La notizia mi sorprende e la affronto con cautela, non conoscendone ancora i risvolti. Chiederò alla questura o alla prefettura il preciso capo d'imputazione e notizie più dettagliate", prosegue il Sindaco.
Hamil Mehdi abitava nel centro storico del comune cosentino, poi da circa cinque anni si è trasferito in una zona a valle molte di esse hanno avuto il contributo per mensa e trasporto scolastico e oggi stesso chiederò agli uffici comunali se pure la famiglia di questo ragazzo ha beneficiato di queste misure. Noi siamo intervenuti per garantire la migliore integrazione di queste famiglie sul territorio, aiutandole come detto a fare frequentare la scuola ai figli. Finora non abbiamo mai avuto problemi".