Bruxelles, 3 Feb 2016 - Un'altra giornata ad alta tensione tra Roma e Bruxelles, con polemiche e contropolemiche che si sono rincorse tra Bruxelles, Strasburgo e Accra, in Ghana, dove si trovava il Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
"Naturalmente la flessibilità esiste ancora in Europa. E l'Italia è il Paese che ne beneficia di più su investimenti e riforme. Abbiamo un dialogo aperto con le autorità italiane sulle nuove richieste di prendere in considerazione le spese per i rifugiati o la lotta al terrorismo". Lo precisa il commissario Ue Pierre Moscovici. "La Commissione darà le sue risposte a maggio. Concentriamoci su questo. Tra Italia ed Europa lo scontro è inutile, dobbiamo cercare il compromesso dove possibile, è questo quello che farò".
A gettare acqua sul fuoco delle polemiche tra Roma e Bruxelle sulla flessibilità arrivano fonti comunitarie vicine a Moscovici: "Le decisioni sulla flessibilità" dei bilanci pubblici degli Stati membri "saranno prese a maggio" dall'Esecutivo comunitario, "non c'è nessuna chiusura" su questo punto nei riguardi dell'Italia.
La "chiusura" era stata vista nelle affermazioni rilasciate da Moscovici oggi a Strasburgo, ma la Commissione ha diffuso in serata il virgolettato delle dichiarazioni del commissario, chiedendo una rettifica di quanto è stato riportato dalla stampa italiana che non corrisponda alle frasi pronunciate.
Era stato il 'falco' Manfred Weber, capogruppo del Ppe al Parlamento europeo ed esponente dell'ala dura della Csu bavarese, a tornare ad attaccare il premier Matteo Renzi dalla plenaria di Strasburgo. E lo fa chiudendo alla flessibilità aggiuntiva richiesta dall'Italia alla Ue, perché secondo lui i margini sono finiti.
La partita sulla flessibilità è quindi ancora aperta e il risultato si avrà solo a maggio. Le richieste dall'Italia sono su tre fronti: riforme (0,1% del pil), investimenti (0,3%) e migranti (0,2%). La prima è la meno problematica, visto il percorso di riforme ben avviato e di recente plaudito anche dalla Merkel. La seconda ha bisogno di dati precisi sul tipo di investimenti co-finanziati dalla Ue e già messi in cantiere. La terza è un'incognita, sia economica che politica. Economica perché la Commissione è scettica sulla destinazione di quello 0,2% già inserito in Legge di stabilità che ha fatto lievitare il deficit al 2,4%, e politica perché aprirebbe la strada ad un ripensamento per tutti delle spese per i migranti.
Dal Ghana il premier Renzi ha invitato a smetterla con le "polemicucce" per riguadagnare una "strategia di lungo periodo", la sola che può risolvere il problema dell'immigrazione.