Roma, 24 Feb 2016 - Arriva a stretto giro di posta la prima reazione americana alle rivelazioni di Wikeleaks, secondo cui le conversazioni dell'allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sarebbero stata monitorate dalla National Security Agency nel 2011. "Come già detto in precedenza, non conduciamo alcuna attività di sorveglianza di intelligence a meno che non vi sia una specifica e valida ragione di sicurezza nazionale. E ciò si applica a cittadini ordinari come a leader mondiali", spiega il portavoce del dipartimento di Stato Mark Toner. "Il presidente (Obama) è stato chiaro sul fatto che, a meno che non vi sia uno stringente motivo di sicurezza nazionale, non monitoreremo le comunicazioni di capi di Stato e di governo dei nostri amici e alleati.
"Gli Stati Uniti e l'Italia godono di una lunga amicizia basata sui nostri valori condivisi e su una storia di cooperazione nel portare avanti interessi comuni in tutto il globo. In quanto alleati e partner, continueremo a lavorare a stretto contatto con l'Italia per proteggere la sicurezza collettiva dei nostri due Paesi e dei nostri cittadini", ha aggiunto il portavoce americano.
La Farnesina convoca l'ambasciatore Usa Il caso ha provocato la reazione del governo italiano. Matteo Renzi ha annunciato che verranno chieste "informazioni in tutte le sedi, anche con passi formali" e il segretario generale della Farnesina Michele Valensise ha convocato l'ambasciatore Usa, John Phillips, ribadendogli "la viva aspettativa italiana di poter disporre quanto prima di chiarimenti specifici" su quanto emerso in merito alle intercettazioni telefoniche. "Nel ricordare le nuove procedure adottate dal presidente Obama nel 2014 in materia di riservatezza delle comunicazioni, l'ambasciatore Phillips ha assicurato che porterà immediatamente la questione all'attenzione delle sue autorità", si legge nella nota della Farnesina.
Secondo i nuovi file diffusi da Wikileaks, le telefonate tra l'allora premier Silvio Berlusconi e i suoi collaboratori, ma anche conversazioni dirette con leader politici come Benjamin Netanyahu, venivano monitorate dallo Special Collection Service (Scs), unità speciale dell'Nsa che opera sotto copertura diplomatica
I file sono stati pubblicati in Italia da Repubblica ed Espresso, assieme a un team di media internazionali, con stralci dei brogliacci dell'intelligence statunitense. In particolare il quotidiano pubblica oggi il report dell'Nsa di un incontro tenutosi il 22 ottobre 2011 tra l'allora presidente del Consiglio, l'ex presidente francese Sarkozy e la cancelliera Merkel, nel quale Sarkozy avrebbe detto a Berlusconi che "le istituzioni finanziarie italiane potrebbero presto 'saltare in aria' come il tappo di una bottiglia di champagne e che 'le parole non bastano più' e che Berlusconi 'ora deve prendere delle decisioni'". Le fasi che portarono alle dimissioni di Berlusconi sono state dunque attentamente seguite dall'Nsa.