Sassari, 12 Mar 2016 - “Lo sviluppo e il rilancio del porto di Porto Torres sono indispensabili per l’economia di tutto il Nord Ovest della Sardegna e il piano regolatore portuale è l’unico strumento in grado di consentire la programmazione dei servizi necessari per raggiungere questi obbiettivi. Per questo motivo insieme ad altri colleghi ho chiesto al ministro delle infrastrutture i motivi del blocco del piano regolatore.” Lo scrive in una nota il senatore del PD Silvio Lai.
“Le linee guida sono state già approvate da tre anni, ma il già lungo iter per un motivo o per l’altro sembra sempre arenarsi. Il ministero, rispondendo alla nostra interrogazione, imputa il blocco alla non conformità del nuovo PUC di Porto Torres con l’intesa firmata nel 2012 tra l’autorità portuale e il comune turritano.
Sempre secondo il ministero si sarebbero poi rese necessarie ulteriori modifiche al PRP per consentire di inserire lo scalo marittimo turritano nel progetto di cooperazione transfrontaliera Optimed. A questo si aggiunge anche l’ipotesi di realizzare, sempre all’interno del porto, un sito per il GNL, il gas naturale liquefatto, che ha ulteriormente richiesto una valutazione ulteriore."
Sino a qui la risposta del ministero che da una forte responsabilità al Comune nei ritardi ma rinvierebbe alla Regione la scelta decisiva se sia necessario arrivare ad una nuova intesa o se valgano invece gli accordi del 2012 per portare avanti il procedimento di Valutazione Ambientale Strategica.
"Ma così si rischia di perdere ulteriore tempo se non si assume il compito di coordinare tutte queste istituzioni attraverso un approccio politico e non burocratico, che non é certamente facilitato dal lungo commissariamento della Autorità Portuale al quale occorre porre rimedio, come ai primi confusi passi della nuova amministrazione di Porto Torres, che ha perso molto tempo anche con decisioni confuse e contraddittorie.
Ora si deve accelerare, perché non è più accettabile proseguire in questo modo – afferma Lai – si deve prendere il bandolo della matassa per trovare una soluzione in grado di sbloccare la situazione. Il ministero, oltre ai compiti di vigilanza sull’autorità portuale, deve assumere un ruolo di regia che permetta di superare la fase di stallo. Ma spetta anche alla regione, e in particolare all’assessorato all’ambiente, dare indicazioni certe e definitive su come procedere rapidamente, nel rispetto della legge, per arrivare ad una nuova Vas. Anche qui con un approccio non burocratico ma con la attenzione politica necessaria quando si parla di un atto di programmazione cosi strategico quando in ritardo sui tempi.
Quello che possiamo dire con certezza – conclude Lai – è che sono passati ben quattro anni dalla prima intesa e Porto Torres non può e non deve attendere oltre per poter avere a disposizione il nuovo Piano Regolatore Portuale.
Anche perché nel frattempo il rischio di perdere occasioni o di distruggerle con scelte sbagliate nell'area industriale e in quella adiacente, come il possibile spezzatino dei terreni ENI e delle infrastrutture portuali può avvenire solo in assenza di una programmazione definita e condivisa a vantaggio di scelte discrezionali per pochi.
Come abbiamo detto in premessa è infatti uno strumento indispensabile se vogliamo dare allo scalo turritano reali prospettive di crescita e inserimento nei circuiti internazionali, uno scalo senza il quale, è l'intero nord ovest della Sardegna a vedersi limitate le possibilità di sviluppo."