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Il dittatore egiziano Al Sisi al quotidiano italiano la Repubblica: “avrete la verità su Regeni”

Il Cairo (Egitto), 16 Mar 2016 - Parla per la prima volta il presidente egiziano Al Sisi. L'intervista a doppia firma del direttore di Repubblica Calabresi e dell'inviato Di Feo inizia dalla fine: dall'appello accorato che il presidente egiziano rivolge alla famiglia del giovane italiano selvaggiamente torturato e ucciso in Egitto. "Vi prometto che faremo luce e arriveremo alla verità, che lavoreremo con le autorità italiane per dare giustizia e punire i criminali che hanno ucciso vostro figlio". Il generale vuole far capire che ha capito, commenta repubblica, cosa l'opinione pubblica, il governo, i giornali e soprattutto una famiglia chiedono da settimane.

"Il rapporto con l'Italia è storico ed unico per sua natura, oggi siete il primo partner commerciale dell'Egitto nell'Unione europea, ed è forte anche l'amicizia tra i nostri popoli per la presenza di importanti comunità nei due paesi. Non possiamo permettere a niente e nessuno di dividerci". Un messaggio chiaro quello che il presidente egiziano intende mandare, preoccupato com'è che il rapimento, la morte e le atroci torture subite dal giovane cittadino italiano mettano a rischio la stabilità di un paese che dall'Italia dipende, e molto. Il presidente Al Sisi risponde ad una serie di domande ma non si esprime mai direttamente su chi possano essere i responsabili del delitto, promettendo lo sforzo massimo per fare chiarezza e alludendo indirettamente alla tesi per la quale la morte di Regeni potrebbe essere stata orchestrata da chi ha interesse a sabotare i rapporti dell'Egitto con l'Italia.  Nel colloquio con "Repubblica" il presidente Al Sisi mette il caso Regeni sullo stesso piano degli attentati terroristici contro le località turistiche e le linee aeree. Tutto il ragionamento del presidente egiziano durante l'intervista è focalizzato sul rischio di crollo dell'Egitto, nella frammentazione in corso del Medio Oriente - Iraq, Siria, Libia -, la liquefazione delle entità statali ed il caos da cui non si riesce ad uscire.  "Questa è la mia missione, il mio dovere è che le istituzioni egiziane non collassino, perché così crollerebbe il mio paese e un effetto domino investirebbe tutta la regione