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Migranti – A Bruxelles prima intesa Ue, ma il negoziato con la Turchia è in salita

Bruxelles, 18 Mar 2016 - I 28 hanno trovato questa notte una posizione comune, anche se non formalizzata sui termini generali del negoziato con la Turchia nella crisi dei migranti e hanno dato il mandato al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk di trattare col premier turco Ahmet Davutoglu, tracciando il perimetro di manovra. L'appuntamento con Davutoglu è per questa mattina alle 8.30. E le trattative, come ha commentato ieri sera Angela Merkel, saranno "tutto tranne che facili", mentre Hollande ha evidenziato che "c'è ancora molta strada da fare e non è possibile garantire una conclusione felice".

Il documento circolato a Bruxelles nella notte sembra però non soddisfare Ankara, che chiede maggiori impegni sui tre miliardi aggiuntivi e sull'apertura dei capitoli per l'adesione all'Unione, su cui grava il risoluto 'no' di Cipro. Tra gli scogli per raggiungere un'intesa con la Mezzaluna, c'è anche la trattativa sulle modifiche normative chieste per garantire alle altre nazionalità di richiedenti asilo la stessa protezione che già offre ai siriani. Il punto è fondamentale per poter attuare il rimpatrio di tutti i migranti e richiedenti asilo arrivati in Grecia.

L'appuntamento è per questa mattina tra Tusk e Davutoglu. Solo quando saranno chiariti tutti i contorni della trattativa, il presidente del Consiglio europeo riconvocherà i 28. A Bruxelles i leader hanno espresso 'caveat' e preoccupazioni, e sebbene nessuno in definitiva sia sembrato davvero intenzionato a rovesciare il tavolo, la partita - in cui anche Atene gioca un ruolo da protagonista - è molto complessa. L'atteggiamento resta costruttivo perché i capi di stato e di governo, con Merkel in testa, considerano l'accordo con Ankara cruciale per ridurre i flussi verso l'Europa, ma pesa il granitico veto di Nicosia all'apertura di nuovi capitoli per l'adesione della Turchia all'Unione, fino a quando Ankara non riconoscerà i passaporti ciprioti e non permetterà a navi e aerei del Paese Ue di usare i suoi porti ed aeroporti. Anche alla cena Anastasiadis ha ribadito la sua riserva. I negoziati per risolvere l'annosa questione cipriota sono arrivati a buon punto, ma il timore è che in questo intrecciarsi di interessi e partite, la trattativa possa uscirne compromessa.

Anche l'ultima versione della dichiarazione Ue-Turchia circolata non prevede l'apertura di capitoli negoziali, ma solo un lavoro preparatorio, che non "pregiudica" le future mosse dei Paesi Ue. Nonostante le numerose preoccupazioni espresse dai leader anche oggi, nella bozza di dichiarazione per ora resta invece la liberalizzazione dei visti entro fine giugno, un punto molto caro al presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che si è già rivenduto la promessa ai connazionali. Un traguardo che tuttavia non prevede scorciatoie per Ankara. I capi di stato e di governo, a partire dal lussemburghese Xavier Bettel, sono tornati a mettere paletti anche sulla questione del rispetto delle leggi internazionali e della Convenzione di Ginevra. Non è bastata la comunicazione della Commissione europea con cui si è dettagliata la piena conformità, e durante la cena a porte chiuse si è tornati a dibattere anche su questo punto. Discussione intensa anche sull'opportunità di inserire o meno una data di inizio per l'accordo, con i leader combattuti tra il timore di creare un effetto richiamo per i migranti (spostandola troppo in avanti) o dare un segnale negativo, con la Grecia non ancora pronta a mettere in pratica il pacchetto (in caso di una data troppo vicina).

Intanto, il premier britannico David Cameron ha lanciato un allarme: nelle prossime settimane ripartirà il flusso di migranti nel Mediterraneo verso l'Europa, in particolare dalla Libia. Mentre il premier Matteo Renzi ha avvertito: "Va bene fare l'accordo con la Turchia, ma sia chiaro che se ci sarà, farà da precedente. Le regole che saranno valide" per Ankara "dovranno essere valide anche per gli altri Paesi da cui ci attendiamo" numeri massicci di sbarchi.

Nella prima sessione del vertice i leader hanno discusso di economia. Il presidente della Bce Mario Draghi ha fatto la sua presentazione annuale sullo stato dell'Eurozona, e nelle conclusioni i leader dovrebbero ribadire gli impegni presi nel Semestre europeo. "L'economia si sta riprendendo ma ha ridotto lo slancio" e "ho reso chiaro (ai leader Ue) che sebbene la politica monetaria si stata l'unica politica che ha guidato la ripresa negli ultimi anni, non può affrontare alcune debolezze strutturali di base, per quello servono riforme per aumentare la domanda, investimenti e abbassare le tasse" ha detto ieri Draghi dopo il suo intervento al summit Ue. Ancora più importante delle riforme è "avere chiarezza sul futuro dell'Unione monetaria", ha precisato. "Se le prospettive dovessero cambiare la Bce è pronta a usare tutti gli strumenti appropriati", ha aggiunto.

"Le discussioni saranno difficili, ma abbiamo una base", per questo "sono", così come Tusk, "cautamente ottimista che possiamo trovare una posizione comune" tra i 28 per l'intesa sui migranti con la Turchia. Così la cancelliera tedesca Angela Merkel al suo arrivo ieri al vertice, sottolineando che "dovremo arrivare a una soluzione comune prima di tutto tra i Paesi Ue" e ritenendo "positivo" aver avuto tempo di "guardare alle questioni in profondità".

"Sosteniamo l'idea di mandare indietro i migranti arrivati irregolarmente, è una buona idea" che colpisce il modello di business dei trafficanti di esseri umani. Così il premier britannico David Cameron al suo arrivo al summit Ue. Ma con l'intesa con la Turchia, ha precisato, "la Gran Bretagna non offrirà visti liberi ai turchi" e "non prenderà più profughi, perché la Gran Bretagna ha la sua politica".

"Il nostro obiettivo - ha detto il premier Matteo Renzi in Belgio - è arrivare all'accordo con la Turchia sull'immigrazione ma partendo dai nostri valori e dai nostri ideali". Il premier ha sottolineato che l'accordo sull'immigrazione con Ankara deve essere "basato sui principi dell'Europa". "Va bene fare l'accordo con la Turchia - ha detto ancora- ma sia chiaro che se ci sarà, farà da precedente: le regole che saranno valide per la Turchia dovranno essere valide anche per gli altri Paesi da cui ci attendiamo flussi".

 

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