Cagliari, 24 Mar 2016 - “Perché il fatto non sussiste”. Questo ha sentenziato il giudice della prima sezione penale, Claudio Gatti, quando alle 16,50 di ieri, ha pronunciato la sentenza che chiude il processo in primo grado contro il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda è stato.
Il primo cittadino era stato messo in croce da alcuni componenti il vecchio consiglio di amministrazione targato Pdl, ed era stato quindi accusato di abuso d’ufficio per la nomina di Marcella Crivellenti a sovrintendente del Lirico, alla fine del 2012. Una nomina senza più ombre, ha stabilito il giudice.
Zedda, che è candidato per il secondo mandato come sindaco del capoluogo regionale, era in aula al momento della lettura della sentenza, accolta dal giovane Sindaco senza segni di esultanza. Ha giusto dischiuso leggermente le labbra ed accennando un sorriso, poi ha abbracciato i suoi avvocati, Giuseppe Macciotta e Fabio Pili. Visibilmente deluso, invece, il Pm Giangiacomo Pilia che questa mattina aveva chiesto un anno e sei mesi.
Con l’assoluzione di oggi, e si ribadisce che il fatto proprio non esiste e non sarebbe mai esistito, si chiude un procedimento cominciato a febbraio 2014 e si apre ufficialmente la campagna elettorale. In caso di condanna, infatti, per via della legge Severino il primo cittadino non si sarebbe potuto ripresentare alle urne delle Amministrative, il prossimo maggio. Perciò, il candidato sindaco dell’ex centrosinistra al quale si sono aggiunti pezzi di centro e di destra ex Pdl, si ripresenta davanti agli elettori senza timore alcuno. Anzi, con uno: quello di essere bocciato dai cagliaritani, ma visti i candidati degli altri schieramenti ha buone possibilità di ripetere il successo delle comunali del 2011.
Quando il giudice ha tolto la seduta, Zedda non ha voluto commentare la sentenza affermando che non lo ha fatto prima, quando era accusato, e non lo farà oggi e poi, fuori dal tribunale, la stessa posizione è stata ribadita dall’avvocato Macciotta.