Potenza, 20 Apr 2016 - Cassa integrazione ordinaria per i 430 addetti al centro oli dell'Eni a Viggiano (Potenza). Lo ha annunciato l'azienda nell'incontro odierno con i sindacati.
L'Eni ha avviato le procedure in seguito al sequestro ordinato dal gip di due vasche nel centro oli di Viggiano e di un pozzo di reiniezione a Montemurro (Potenza), nell'ambito dell'inchiesta sul petrolio in Basilicata. L'azienda dopo il provvedimento dell'autorità giudiziaria aveva deciso, lo scorso 31 marzo, di chiudere l'intero centro che aveva una produzione giornaliera di 75 mila barili di petrolio.
Cgil, Cisl, Uil, Filtcem, Femca e Uiltec, al termine dell'incontro, hanno parlato di "segnali negativi anche da alcune aziende dell'indotto", dove i lavoratori interessati sono "oltre tremila". I segretari regionali della triplice della Basilicata hanno espresso "forte preoccupazione" e hanno auspicato "lo sblocco in tempi brevi degli impianti, a prescindere dal ricorso in Cassazione presentato dall'Eni".
L'Eni comunica inoltre che sono "in corso di consegna le lettere di sospensione contrattuale e degli ordini di lavoro con i fornitori del Centro Olio" di Viggiano, dopo la "conferma da parte del tribunale di riesame di Potenza del sequestro di impianti funzionali all'operatività del Centro Olio Val d'Agri, disposto dalla procura di Potenza, e all'interruzione delle attività". E precisa che nel centro lavorano "attualmente" 354 dipendenti per i quali la compagnia ha annunciato ai sindacati l'avvio delle procedure di "riallocazione" e, "contestualmente", quelle di richiesta della cassa integrazione.
La compagnia ha anche ribadito la volontà di ricorrere alla Corte di Cassazione contro la conferma, da parte del Tribunale del riesame di Potenza, dei sequestri delle due vasche nel centro oli e del pozzo di reiniezione di Montemurro (Potenza) e l'intenzione di chiedere "un incidente probatorio tecnico in contraddittorio con la Procura: un'istanza in tal senso sarà depositata a breve".