Roma, 23 Giu 2016 - Ha molte ombre e poche luci l'analisi della Corte dei Conti, quella contenuta nella sua relazione sul rendiconto generale dello Stato 2015. "L'uscita dalla lunga recessione e il riavvio un processo di sviluppo economico e di ripresa dell'occupazione sono segnali importanti, che devono essere colti a pieno e consolidati con una attenta calibratura delle linee di azione dei governi dei paesi europei", scrive Angelo Buscema, presidente di coordinamento delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti in sede di controllo.
Ma, per la Corte, si tratta di "un bilanciamento particolarmente difficile per l'Italia, dove il recupero della crescita del prodotto lordo, dopo la lunga crisi, appare ancora troppo modesto e, soprattutto in ritardo rispetto alla ripresa in atto negli altri paesi europei".
Incertezze anche dai timori sulle banche europee "Una condizione di latente instabilità, connessa alle incertezze che originano dai diffusi timori sullo stato del sistema bancario in Europa, e, da ultimo, dalle preoccupazioni per le spinte, che, non solo nella Gran Bretagna, rendono sempre meno stabile il quadro di riferimento dell'Unione europea", scrive ancora Buscema.
2015 l'attività di riscossione ha registrato un ulteriore aumento (dell'11,2% per gli incassi da ruoli), "nonostante il perdurare di un quadro socio-economico condizionato da una non positiva fase congiunturale e gli effetti prodotti da una legislazione che, nell'intento di accrescere le tutele dei debitori, ha finito per incidere sull'operatività degli agenti della riscossione", si legge ancora nel Rendiconto generale dello Stato 2015, Il risultato segnato dalla riscossione è stato di 549 miliardi +4,5%) per l'accelerazione delle riscossioni di competenza.
"L'urgenza, talvolta affannosa, di realizzare un rigido percorso di rientro verso l'equilibrio di finanza pubblica ha reso più difficile il bilanciamento con le esigenze, anch'esse pressanti, di salvaguardia di politiche pubbliche vitali. Penso al continuo assottigliarsi in questi anni della quota di risorse pubbliche destinate alle infrastrutture e alle opere pubbliche che vede l'Italia in coda nella graduatoria europea", dice il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri nella Relazione sul Rendiconto generale dello Stato 2015. "L'uscita dalla stretta emergenza finanziaria e l'auspicio di una ripresa economica più solida hanno consentito, di recente, di predisporre correttivi a manovre di taglio che, alla lunga, stavano mostrando effetti collaterali insostenibili", ha aggiunto.