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Strage a Dacca nel Bangladesh: le vittime italiane uccise dall’Isis

Dacca, 2 Lug 2016 - La Farnesina ha fornito l'elenco dei nomi degli italiani rimasti uccisi nell'assalto armato a un caffè ristorante del quartiere diplomatico di Dacca. Ecco chi erano i nostri connazionali periti per mano dell'Isis. Tweet 02 luglio 2016 La Farnesina ha fornito l'elenco dei nomi degli italiani rimasti uccisi nell'assalto armato a un caffè ristorante del quartiere diplomatico di Dacca. Ecco chi erano i nostri connazionali periti per mano dell'Isis.

Adele Puglisi, catanese, 50 anni. Sul suo profilo Facebook, si legge che nell'aprile 2014 aveva iniziato a lavorare presso Artsana, come Manager Quality Control, proprio a Dacca. La cena a cui ha partecipato era per salutare una sua amica, Nadia Benedetti, anche lei uccisa dai terroristi, prima di partire per la Sicilia. Il suo rientro a Catania era previsto tra stasera e domani, e suo fratello e i suoi amici si stavano organizzando per accoglierla.

Marco Tondat, imprenditore tessile di 39 anni, viveva a Cordovado (Udine). "Stiamo vivendo un dolore immenso" ha detto il fratello. "Ci eravamo sentiti ieri mattina, doveva rientrare in Italia per le ferie e abbiamo concordato alcune cose, lo aspettavo per lunedì. Era un bravo ragazzo, intraprendente e con tanta voglia di vivere". Il fratello di Tondat ha quindi detto che Marco "era partito un anno fa, perché in Italia ci sono molte difficoltà di lavoro e ha provato ad emigrare. A Dacca era supervisore di un'azienda tessile, sembrava felice di questa opportunità. A tutti voglio dire che quanto accaduto deve far riflettere: non è mancato per un incidente stradale. Non si può morire così a 39 anni".

Claudia Maria D'Antona, torinese, era la moglie di Gian Galeazzo Boschetti, l'italiano riuscito a sfuggire all'attacco. La coppia viveva in Bangladesh da oltre 20 anni.  Da molti anni viveva in Oriente - raccontano alcuni amici - prima in India dove aveva avviato un'attività di imprenditrice nel comparto tessile, e poi a Dacca, dove era titolare dell'azienda Fedo trading con il marito, Giovanni Boschetti, l'uomo che è riuscito a sfuggire ai terroristi scappando dal locale. "Era tornata qualche anno fa a Torino partecipando ad una rimpatriata tra amici dell'università", racconta un ex compagno di studi. Claudia D'Antona, come volontaria della Croce Verde, era stata tra i primi soccorritori all'incendio del cinema Statuto, il 13 febbraio 1983 a Torino, e tre anni prima aveva fatto parte delle squadre di soccorso alle popolazioni terremotate nell'Irpinia devastata dal sisma dell'autunno '80.

Nadia Benedetti, 52 anni, viterbese lavorava come managing director della StudioTex Limited e da tempo si era trasferita in Bangladesh. "Era una grande imprenditrice, ha fatto sempre bene il suo lavoro. Dedicarsi al lavoro era la sua fonte di vita, ci dedicava tutto il suo tempo, tutta se stessa. È una tragedia molto grande per noi". Così la ricorda un amico. Vincenzo D'Allestro, 46 anni, sposato. Lavorava per un'azienda napoletana del settore tessile. Era originario del Casertano, di Piedimonte Matese, e si era trasferito ad Acerra (Napoli) nell'ottobre del 2015.

Maria Riboli, di 34 anni, era originaria di Borgo di Terzo, in valle Cavallina, dopo il matrimonio si era trasferita a Solza, nell'Isola bergamasca. Era mamma di una bambina di tre anni. A quanto si è appreso, Maria Riboli lavorava nel settore dell'abbigliamento e si trovava in viaggio per lavoro per conto di un'impresa tessile. Da qualche settimana era in Bangladesh. Ieri sera si trovava all'Holey Artisan Bakery seduta a un tavolino con alcune persone, quando sarebbe stata uccisa da una granata, lanciata da uno dei terroristi islamici.

Cristian Rossi, imprenditore di 47 anni, sposato con due figli. Viveva a Feletto Umberto (frazione del Comune di Tavagnacco, in provincia di Udine) e si trovava in Bangladesh per motivi di lavoro. ''Un gran lavoratore, estremamente preciso e competente. Pronto a trovare sempre il lato positivo delle cose''. È così che gli ex colleghi lo ricordano. Per anni aveva lavorato per la Bernardi come buyer proprio in Bangladesh, dove aveva il compito di comprare la merce e seguire i fornitori. E proprio grazie all'esperienza maturata, quando il gruppo tessile friulano aveva cessato l'attività, si era messo in proprio avviando con un collega un'attività di importazione di capi di abbigliamento realizzati nelle fabbriche di Dacca per conto di aziende italiane del settore tessile. ''Era una persona di spirito, anche nei momenti più difficili riusciva sempre a fare la battuta per sdrammatizzare le situazioni e fare gruppo'', lo ricorda il segretario provinciale della Filcams Cgil di Udine, Francesco Buonopane, che aveva avuto modo di conoscerlo durante i delicati momenti della vertenza sindacale della Bernardi. ''Il nostro cordoglio va a tutte le vittime del terrorismo e ancor di più alla famiglia Rossi a cui rivolgiamo un ideale abbraccio”.

Claudio Cappelli, 45 anni, era residente a Vedano al Lambro (Monza). "Sono momenti tragici per tutti noi - ha spiegato la sorella - siamo sconvolti dall' azione di questi infami maledetti assassini". Poi, con la voce rotta dal dolore, ha concluso: "Non avremmo mai pensato potesse accadere una cosa del genere... ma ora abbiate pazienza, abbiamo solo bisogno di silenzio".

Simona Monti, Aveva 33 anni ed era di Magliano Sabina. Doveva rientrare in Italia lunedì e doveva rimanere a Magliano Sabino, il paese dove vivono i suoi familiari, per un anno, in aspettativa, perché da alcune settimane aveva appreso di essere incinta. La circostanza è stata confermata dal fratello, sacerdote della diocesi di Avellino giunto da poco a Magliano.