Usa, 10 Lug 2016 - Sale la tensione razziale negli Stati Uniti, con l'uccisione di un altro afroamericano da parte della polizia a Houston, dopo i due uomini di colore uccisi in Louisiana e in Minnesota e la morte di 5 agenti della polizia di Dallas, freddati da un cecchino. Ancora stanotte, in 18 città americane, erano in corso proteste contro la polizia violenta. E non tutti i numerosi cortei si sono conclusi pacificamente: a Rochester, nello stato di New York, la polizia ha arrestato per disordini 74 persone. Altri tre arresti a Phoenix, dove la polizia ha usato gas lacrimogeni e sparato pallottole non letali per impedire che un raduno del movimento Black Lives Matter bloccasse un'autostrada.
Almeno cinque agenti sono rimasti feriti in scontri avvenuti con alcuni dimostranti a St. Paul, nel Minnesota. Le forze dell'ordine sono intervenute per far sgomberare l'accesso all'autostrada Interstate 94 bloccata dai manifestanti che protestavano contro la recente uccisione di due afroamericani nel Minnesota e in Louisiana. Gli agenti hanno usato lacrimogeni contro il corteo di almeno 200 persone che si è rifiutato di lasciare la zona. In un tweet, la polizia di St. Paul fa sapere che sono stati effettuati anche una serie di arresti, ma non ha precisato il numero mentre cinque agenti sono rimasti feriti dopo essere stati colpiti da pietre, bottiglie e petardi lanciati dai manifestanti.
Nel frattempo, proseguono le indagini sul killer di Dallas, il 25enne Micah Xavier Johnson, ex militare, che giovedì ha aperto il fuoco durante una manifestazione contro le violenze della polizia, uccidendo cinque poliziotti. Sembra assodato che Johnson abbia agito da solo, con l'intento di colpire quanti più agenti bianchi possibile. Il movente è da ricercare nell'odio razziale, testimoniato dai suoi messaggi sul gruppo Facebook 'Black Panthers Party Mississippi' in cui manifestava "rispetto all'ideologia del Balck Power". A causa di quella è stata definita la peggiore strage di poliziotti, dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, il presidente Usa Barack Obama ha deciso di rientrare in anticipo a Washington dal viaggio in Europa, ovvero nella notte di domenica, per essere lunedì a Dallas, tagliando la tappa di Siviglia. E da Varsavia, dove si trova per il vertice Nato, il presidente ha ribadito la sua attenzione sul controllo delle armi. Obama ha espresso rabbia e dolore, ma ha sottolineato che l'America è un Paese unito. "Il killer di Dallas non ci rappresenta - ha aggiunto - e l'America non è divisa come dicono".
La sparatoria a Houston Un uomo di colore è stato ucciso nella notte da agenti di polizia a Houston, in Texas, dopo che questo - secondo la versione dei poliziotti - aveva agitato una pistola puntandola anche contro di loro. La sparatoria sarebbe avvenuta intorno a mezzanotte americana (le 8 del mattino in Italia), quando gli agenti hanno notato un uomo in mezzo alla strada, nella parte sud della città, con una pistola in mano. Secondo la polizia locale, i due poliziotti hanno intimato all'uomo di abbassare l'arma. Lui l'ha prima agitata in aria e poi l'ha puntata contro di loro. Gli agenti hanno così esploso diversi colpi. Sull'azione degli agenti è stata aperta un'indagine.
Continuano le proteste contro le violenze della polizia. Fino a 77 persone sono state arrestate nella notte durante i cortei in 18 città del Paese, tra cui New York, Washington, San Francisco, Dallas, New Orleans, Baltimora, Pittsburgh (a Philadelphia), Omaha (a Detroit) e Sacramento (in California). La maggior parte dei fermi, 74, è stata registrata a Rochester (New York), dove sono avvenuti scontri tra poliziotti e manifestanti durante un corteo a cui hanno partecipato 400 persone. Altre tre persone sono state arrestate a Phoenix (in Arizona) dove la polizia ha lanciato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti del movimento Black Lives Matter che tentavano di bloccare un'autostrada.
Micah Xavier Johnson ha agito da solo, con un fucile d'assalto AR-15, con cui ha ucciso cinque agenti di polizia al termine di quella che doveva essere una manifestazione di protesta pacifica per l'uccisione nei giorni scorsi di due afroamericani, Alton Sterling in Luisiana e Philando Castile in Minnesota. Lo ha confermato il sindaco di Dallas, Mike Rawlings. "Riteniamo che ora la città sia sicura, il sospetto è morto", ha affermato Rawlings ai giornalisti in una conferenza stampa. Il 25enne è stato ucciso da un robot killer della polizia, al termine di un confronto durato ore, mentre era asserragliato in un garage. Molti aspetti della sua vita rimangono ancora oscuri: non è infatti chiaro dove, e se, lavorasse. Secondo l'Nbc, prestava servizio per la compagnia Touch of Kindness, (Tocco di gentilezza) che assiste adulti e bambini con disabilità mentali. Più evidente invece il motivo della strage: l'odio per i bianchi. "Voglio uccidere i bianchi, soprattutto i poliziotti bianchi", avrebbe detto ai negoziatori. In casa sua, a Mesquite, un sobborgo di Dallas dove viveva con la madre, la polizia ha rinvenuto fucili, materiale per costruire bombe e giubbotti antiproiettile. E il New York Times rivela aspetti su cui le autorità stanno indagando per capire la sua personalità: il ragazzo aveva lasciato l'esercito dopo essere stato accusato di molestie sessuali da una soldatessa che, inoltre, gli aveva raccomandato di ricevere "aiuti per disturbi mentali". Addirittura la donna chiese nel 2014 un ordine di protezione riguardante lei, la sua famiglia, la sua abitazione, il suo ristorante e altri luoghi di residenza.
"È stata una settimana dura per le famiglie d'America, per l'America intera". Inizia così il suo discorso dal vertice Nato a Varsavia il presidente Barack Obama, rivolgendo il suo pensiero alle famiglie delle vittime, i due cittadini afroamericani uccisi e i cinque poliziotti freddati ieri. "Gli Stati uniti non sono un Paese così diviso come qualcuno vuole suggerire - ha incalzato - Il killer di Dallas non rappresenta tutta la comunità afroamericana. Così come i poliziotti che hanno ucciso i cittadini di colore non rappresentano tutti gli agenti di polizia e i bianchi". Riconoscendo però che "afroamericani e latini sono trattati in modo diverso dal nostro sistema di giustizia". Obama è entrato poi a gamba tesa sul cuore della questione: la necessità di un controllo sulle armi. "La prevalenza delle armi nella società americana è uno dei fattori dietro alla violenza americana. Se ci interessa la sicurezza dei poliziotti, non possiamo mettere da parte la questione delle armi", ha dichiarato ribandendo ancora: "Non saremo in grado di eliminare tutte le tensioni razziali nel nostro Paese o di prendere ogni matto che può prendere un'arma, ma possiamo renderglielo più difficile e lo faremo". Il presidente, poi, ha annunciato che al suo rientro riunirà "la task force nata dopo i fatti di Ferguson, invitando capi di polizia e forze dell'ordine, leader dei diritti civili, per avviare azioni costruttive che facciano differenza. Perché questo vuole la popolazione".
Barack Obama ha deciso di anticipare a oggi il suo ritorno dall'Europa a causa dell'escalation di violenza negli Stati Uniti. Poco prima delle 11 di ieri sera il presidente americano partito era arrivato da Varsavia alla base militare di Tortrejon de Ardoz, alle porte di Madrid, accolto da Re Felipe VI, nella prima visita di un presidente americano in Spagna in 15 anni. Ma l'attacco contro la polizia di Dallas di giovedì sera, con l'uccisione di cinque agenti, lo ha convinto ad anticipare di un giorno il suo rientro. Ancora sull'Air Force One, Obama ha parlato al telefono con il governatore del Texas Greg Abbott. Il presidente americano ha incontrato Re Felipe VI, incontrerà il premier Mariano Rajoy, e si fermerà alla base navale di Rota, vicino a Cadiz, nel sud del paese, prima di rientrare a Washington. Cancellata la visita di Siviglia e l'incontro con i giovani a Madrid.