Primi iscritti registro degli indagati per omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario. Si tratta dei due capistazione di Corato e Andria, peraltro già sospesi in giornata in via cautelativa dal servizio su decisione della direzione di Ferrotramviaria spa. Un atto scontato, ma sembra che i loro nomi siano soltanto i primi messi nero su bianco in serata dai magistrati del pool costituito oggi in Procura. L'inchiesta - nell'ambito della quale si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario - deve accertare tre aspetti: la dinamica, le responsabilità e il perché dei ritardi nell'ammodernamento della linea che dopo Ruvo di Puglia, verso Nord, è ancora a binario unico. In relazione a tutti questi aspetti l'elenco degli indagati non può che allungarsi. Il procuratore aggiunto del Tribunale di Trani, Francesco Giannella, ha detto che "è stato creato un pool di cinque sostituti che si occuperanno a vari livelli di questa indagine", precisando di non voler e di non essere tenuto a rivelare i nomi dei magistrati del gruppo investigativo.
I vari livelli di questa indagine sono stati spiegati dallo stesso procuratore aggiunto: "Al di là della ricostruzione della dinamica dell'incidente che è già piuttosto complicata e questo verrà fatto nelle prossime giornate da parte della Polizia ferroviaria, ci sono anche da verificare altre circostanze importanti di cui tutti peraltro parlano. Non è un mistero che ci si interroghi sui livelli di sicurezza e anche sui finanziamenti che sarebbero stati erogati per l'ammodernamento, il miglioramento, il raddoppio, la messa in sicurezza di questa linea. Con più fatica e più tempo sarà necessario indagare anche su questo".
“È evidente che il treno che è partito per secondo, non doveva partire. Il perché sia successo lo stiamo verificando", ha detto il procuratore di Trani, incontrando i giornalisti al termine del vertice con gli investigatori in Procura, sottolineando che quello dell'errore che si è verificato sulla linea Corato-Andria e che ha provocato l'incidente non è l'unico filone su cui si indaga. Gli inquirenti, oltre alle immagini registrate dalle videocamere nelle stazioni, hanno acquisito anche quelle delle videocamere di sorveglianza installate a bordo dei treni, immagini che potranno risultare determinanti per ricostruire la dinamica dell'incidente.
Sono 23 i morti accertati e identificati del disastro ferroviario in Puglia. "Il numero diffuso in precedenza è probabilmente legato al fatto che l'elenco degli scomparsi era di 27 persone", ha riferito il procuratore di Trani, Francesco Giannella, incontrando i giornalisti in Procura. Il riconoscimento delle 23 salme trasportate al Policlinico di Bari è terminato, come ha comunicato il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, nel corso della sua informativa alla Camera. Uno dei due capotreni si è salvato ed è ricoverato al Policlinico.
Le salme dell'incidente ferroviario di Andria saranno consegnate ai parenti domani sera e "i funerali si terranno forse sabato mattina secondo modalità da definire". Lo ha detto il professor Francesco Introna responsabile del dipartimento di Medicina Legale del policlinico di Bari che ha aggiunto: "Oggi pomeriggio e domani procederemo con gli accertamenti radiologici e poi con due-tre autopsie al massimo. Poi, andremo avanti con una Tac di tutte le salme e con ulteriori 2-3 indagini identificative aggiuntive". Giovedì pomeriggio il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, potrebbe recarsi a Bari presso la camera ardente allestita al Policlinico per rendere omaggio alle vittime dell'incidente ferroviario.
Le 23 vittime identificate - Albino De Nicolo, 53 anni di Terlizzi, capotreno Pasquale Abbasciano, di Andria, macchinista Luciano Caterino, 37enne nato e residente a Corato, macchinista Fulvio Schinzari, 59 anni, nato a Galatina Enrico Castellano, nato a Ostuni, aveva 72 anni Antonio Summo, 15 anni, di Ruvo di Puglia Donata Pepe, 70 anni di Terlizzi, (nonna del piccolo Samuele che si è salvato) Giuseppe Acquaviva, 51 anni, di Andria Serafina Acquaviva, 52 anni di Andria Alessandra Bianchino, 29 anni, di Andria Rossella Bruni, 26 anni, di Trani Jolanda Inchingolo, 25 anni, di Andria Maurizio Pisani, di Andria, di 55 anni Gabriele Zingaro, 25 anni, di Andria Pasqua Carnimeo (per gli amici Patty), 30 anni, nata a Modugno Maria Aloysi, 49 anni, di Andria ma viveva a Modugno Francesco Ludovico Tedone, 17 anni, di Corato Salvatore Di Costanzo, 56 anni di Bergamo, in Puglia per lavoro Michele Corsini, 61 anni, di Milano Gabriele Zingaro, di 25 anni, di Andria Giulia Favale, nata in Francia, di 51 anni Nicola Gaeta, barese di 56 anni Giovanni Porro, 60enne di Andria.
"Per quel che riguarda i pazienti ricoverati - ha dichiarato Giovanni Gorgoni, direttore del dipartimento Politiche della Salute della Regione Puglia - sono stazionarie le condizioni degli otto in prognosi riservata, che non sono in pericolo di vita. Dei pazienti ricoverati ad Andria, 4 saranno dimessi nei prossimi giorni. In totale sono 52 i feriti transitati nei pronto soccorso, di cui uno deceduto al pronto soccorso di Andria".
Già dai primi appelli, rilanciati dai social e dai circuiti radiofonici e televisivi, la risposta è stata massiccia. Molti cittadini si sono presentati per donare. Al centro trasfusionale del Policlinico di Bari si è creata una lunga fila per donare il sangue ai feriti. In 24 ore in Puglia sono state raccolte 2724 sacche di sangue, quasi il triplo delle 464 unità raccolte in media ogni giorno nella regione in una straordinaria gara di solidarietà. In una nota la comunità islamica di Puglia, informa che "una ventina di fratelli del Centro islamico di Bari hanno deciso di donare il sangue per contribuire alla grande gara di solidarietà partita già da ieri pomeriggio negli ospedali di Bari e provincia".
Secondo la ricercatrice Stefania Gnesi del Consiglio nazionale delle ricerche (Isti-Cnr), la causa dell'incidente ferroviario in Puglia è stata la mancanza di sistemi automatici di supervisione della linea ferroviaria. "Su quella tratta - aggiunge Giorgio Ferrari, ricercatore del medesimo istituto Cnr - non esiste un sistema automatico di segnalazione. Viene usato il cosiddetto 'blocco telefonico' che si sostanzia nella comunicazione telefonica del via libera sul binario unico. Questo sistema è attualmente utilizzato in una minima parte della rete ferroviaria nazionale".