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Cattolici e musulmani a messa insieme per contrastare chi vuole seminare terrore

Roma, 31 Lug 2016 - Forte mobilitazione dopo l'appello lanciato dal Centro per il culto musulmano francese dopo l'assassinio di Padre Jacques Hamel: "I musulmani vadano a messa domenica mattina per dare ai cattolici un segno di solidarietà". Immediatamente la Coreis (Comunità religiosa islamica italiana) ha annunciato l'intenzione di dare seguito anche in Italia a questa testimonianza di fratellanza spirituale: oggi i suoi delegati hanno portato il saluto in chiesa in tante città dal nord al sud del Paese, da Milano a Palermo. Così come è accaduto in tante chiese d'Oltralpe.

Commosso omaggio a padre Hamel, proprio a Rouen, nella Cattedrale. Tra gli oltre 2mila fedeli cattolici presenti, almeno un centinaio di musulmani. "Accogliamo in modo particolare stamane i nostri amici musulmani", ha detto l'arcivescovo, Dominique Lebrun. "Hanno voluto renderci visita stamane. Vi ringrazio a nome di tutti i cristiani. Dite anche che rifiutate la morte e la violenza in nome di Dio. L'abbiamo sentito dalle vostre bocche che sappiamo sincere: questo non è Islam".

"Nel nome di Dio non si uccide, si ama". È con questa convinzione che a Trieste Rappresentanti del Centro Culturale Islamico si sono uniti alla comunità cattolica alla messa delle 10.30 nella chiesa Notre Dame De Sion. In questo modo cerchiamo di "arginare ogni integralismo e stigmatizzare azioni terroristiche in nome della religione" hanno spiegato Mons. Ettore Malnati, Presidente di Studium Fidei e l'Imam di Trieste, Nader Akkad.

L'Imam di Genova, Hussain Salah, ha partecipato alla messa in cattedrale, mentre una delegazione della Comunità islamica di Ventimiglia ha preso parte alla funzione della chiesa di San Nicola di Tolentino, ospite di Don Francesco Marcoaldi, il sacerdote che aprì la sua parrocchia per accogliere i migranti ai quali era stato imposto, con ordinanza del sindaco, di non accamparsi più lungo le rive del fiume Roja e sotto i viadotti.

A Roma doppia 'missione di pace': il Presidente della Coreis italiana, Imam Yahya Sergio Yahe Pallavicini, ha partecipato alla funzione nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme mentre tre Imam di altrettante Comunità islamiche romane hanno partecipato alla messa mattutina in Santa Maria in Trastevere. Tre Imam pure a Milano: Muhyiddin, Abd Al-Hakim. Abd As-Sabur Turrini sono intervenuti a un incontro prima della messa nella parrocchia di Santa Maria del Caravaggio. Una catena di solidarietà, si parla di 23 mila adesioni a livello nazionale - alimentata pure dala Confederazione Islamica Italiana (Cii) e dall'Ucoii - per dare "un segnale forte e allontanare chi vuole dividere seminando terrore".

Non teme ritorsioni Ahmed El Balazi, Imam di Vobarno, nel Bresciano, che ha fortemente preso le distanze dai terroristi definendoli "criminali e falliti". "Non ho paura. Come me la pensano gli altri Imam con i quali sono in contatto". L'imam ha poi aggiunto: "Questa gente sporca troppo la nostra religione ed è brutto sapere che tanta gente considera tutti i musulmani terroristi, non è così" è il pensiero di Ahmed El Balazi che poi aggiunge: "Una cosa è la religione, un altro il comportamento di musulmani che non ci rappresentano".

"Non sempre abbiamo sentito una reazione corale, ora questo invece si sta creando". Da Cracovia, dove ha partecipato assieme ai giovani italiani alla Gmg conclusasi oggi, il cardinale Bagnasco e' tornato a commentare i fatti di Rouen e la solidarietà arrivata dal mondo musulmano. Famiglia Cristiana riporta le sue parole e il suo auspicio che questo sia "l'inizio di un percorso nuovo". E' vero - ha osservato Bagnasco - che "il mondo musulmano è abbastanza frammentato per motivazioni di carattere teologico, che non ci competono, ma su questo punto fondamentale di condanna netta della barbarie si può essere tutti d'accordo. E ora mi pare che si vada in questa direzione. La religione vera porta sempre all'amore, alla pace, illumina la vita, tutto ciò che invece si tinge di morte può dirsi religioso ma non lo è, mai. La condanna della violenza fondamentalista - ha aggiunto - ha un grande valore che unifica e supera tutte le distinzioni... La primissima risposta al fondamentalismo barbaro e brutale deve arrivare dal mondo islamico, perché se chi pratica la violenza si sente circondato da una condanna netta, chiara, permanente, senza paura credo dovrà prenderne atto". L'arcivescovo di Genova si è augurato, infine, che questo sia "l'inizio di un percorso nuovo" perché - ha spiegato - "sappiamo tutti che la crisi dell'Europa prima che politica è spirituale" e occorre dunque riaffermare "il primato dello spirito, che significa elevare l'uomo a un livello più alto di pensiero, di azione e di sentire. Credo che questo sia un valore condiviso da tutte le religioni".

Per il capo dello Stato "è molto significativa" l'iniziativa della comunità islamica francese islamica raccolta anche in Italia. "Ci troviamo di fronte - ha proseguito il capo dello Stato - a un terrorismo che cinicamente cerca di usare religione nella speranza di provocare un conflitto globale tra cristiani e musulmani per avere una platea sterminata di reclutamento.  Ma questo non avverrà, perché non possiamo e non asseconderemo il loro piano". Dunque, per il capo dello Stato, "l'ansia e la paura vanno comprese", ma "l'allarme richiede una risposta seria da parte dello Stato che deve riaffermare l'impegno a garantire la sicurezza dei cittadini".

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