Rio De Janeiro, 16 Ago 2016 - Classe e coraggio superiori alla sfortuna. Elia Viviani si prende l'oro dell'Omnium con una gestione perfetta delle sei prove che compongono questa specialità del ciclismo su pista. Un oro che alla pista azzurra mancava da Atlanta '96, mentre l'ultimo podio risaliva a Sydney. Il veneto comincia col settimo posto nello scratch, poi è terzo nell'inseguimento e primo nell'eliminazione. Chiuso il primo giorno al secondo posto, riparte col terzo posto nella prova a tempo. Poi il secondo nel giro lanciato. Dopo cinque prove si è messo tutti alle spalle.
Ma la corsa a punti è fatta per rivoluzionare le classifiche. Viviani parte bene, vince uno sprint e muove la classifica in quattro consecutivi. Non marca la medaglia d'oro di Londra che, attardato in classifica, si riporta sotto guadagnando il giro. Il vero problema è al 52° giro, quando il coreano Park cade urtandosi con Cavendish e si trascina dietro l'azzurro. L'asiatico deve ritirarsi, il veneto riparte. Prima con prudenza, poi, con pedalata sciolta ed elastica, sempre più determinato. Si profila una lotta a tre con Cavendish e Hansen. I giri passano e Viviani capisce quando è il momento di colpire. Vince il terzultimo sprint, controlla il penultimo e festeggia in pista nei restanti dieci giri perché l'oro è cosa fatta.
"Ho vinto la corsa più importante della mia vita, era da quattro anni che pensavo solo a questa medaglia. È vero che bisognava accontentarsi dell'argento e del bronzo, ma volevo l'oro", ha detto Viviani appena sceso dalla bicicletta. Vendicato il sesto posto di Londra. "Penso che qui si chiuda un primo capitolo della mia carriera -aggiunge-. Farò sempre parte della pista ma avrò altri obiettivi. Direi che andarmene su strada con questa medaglia sia la cosa più bella". Il miglior complimento gli arriva da Mark Cavendish: "Sono felice per il mio argento, Viviani ha fatto una gara da fenomeno. Elia ha fatto cose bellissime in tutti e due i giorni, ho fatto tutto il possibile per recuperare ma lui è stato un fenomeno".