Roma, 18 Ott 2016 - La spinta del Jobs Act e soprattutto delle decontribuzioni per le assunzioni a tempo indeterminato, calano vistosamente. E peggio: aumentano i licenziamenti "per giusta causa e per giustificato motivo soggettivo". Infatti in due anni sono passati da 35 a 46 mila: il 31% in più. Un dato che si spiega proprio con la riforma del lavoro targata Renzi che ha cancellato l'articolo 18 allargando le maglie per le aziende. Una maggior flessibilità che avrebbe dovuto dare maggiore spinta al mercato del lavoro.
Complessivamente le assunzioni, riferite ai soli datori di lavoro privati, nel periodo gennaio-agosto 2016 sono risultate 3.782.000, con una riduzione di 351.000 unità rispetto al corrispondente periodo del 2015 (-8,5%). Nel complesso delle assunzioni sono comprese anche le assunzioni stagionali (447.000).
Il rallentamento delle assunzioni ha riguardato principalmente i contratti a tempo indeterminato: -395.000, pari a -32,9% rispetto ai primi otto mesi del 2015. "Come già segnalato nell`ambito dei precedenti aggiornamenti dell`Osservatorio, il calo - ha spiegato l'Istituto - va considerato in relazione al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015, anno in cui dette assunzioni potevano beneficiare dell`abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni". E "analoghe considerazioni" possono essere sviluppate per la contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato (-35,4%).
Per i contratti a tempo determinato, nei primi otto mesi del 2016, si registrano 2.385.000 assunzioni, in aumento sia sul 2015 (+2,5%), sia sul 2014 (+5,5%). Per i contratti in apprendistato si osserva una crescita del 18% rispetto allo stesso periodo del 2015 mentre i contratti stagionali calano del 7,4%.