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Iraq, l’avanguardia curda alle porte di Mosul. Casa Bianca: “Non siamo noi a guidare l’offensiva”

Bagdad (Iraq), 18 Ott 2016 - In Iraq è in corso la battaglia per la città di Mosul, conquistata due anni fa dagli uomini dello stato islamico e loro ultima roccaforte nel Paese. Le forze irachene avanzano, appoggiate dai peshmerga curdi, da milizie sciite e dagli aerei della coalizione internazionale. Già liberati nove villaggi lungo il fronte di Al Jazer, a Nord-Est della città. All'offensiva partecipano anche circa 1500 combattenti sunniti iracheni, addestrati dalle forze turche. Nonostante gli attriti col premier iracheno, lo sciita al-Abadi, il presidente turco Erdogan ha affermato che è "impensabile che la Turchia resti fuori dall'offensiva". L'Onu lancia ancora una volta l'allarme: si temono scudi umani; a rischio un milione e mezzo di civili.

Lo Stato islamico potrebbe utilizzare i civili di Mosul come scudi umani e usare armi chimiche contro l'offensiva del governo per liberare la città irachena. È l'allarme dell'Onu secondo cui "non è possibile scartare l'ipotesi di un attacco jihadista con armi chimiche". La coordinatrice umanitaria Onu in Iraq, Lisa Grande, è convinta si possa trattare "del peggiore scenario possibile" che però le forze irachene considerano improbabile. È un'eventualità legata a precedenti casi di utilizzo di 'gas mostarda' da parte dell'Isis in Iraq, ha precisato Grande ribandendo l'allarme per la popolazione della città controllata dalle forze del califfato dal 2014.

Forze speciali americane sono impegnate sul terreno, in particolare insieme ai miliziani curdi Peshmerga, riferiscono il sito curdo iracheno Rudaw e una inviata vicino alla prima linea della televisione panaraba al Jazira. Secondo entrambe le fonti, i militari americani sono "chiaramente visibili" sul terreno.

Gli Usa non stanno guidando l'offensiva a Mosul: lo ha sottolineato Josh Earnest, portavoce
della Casa Bianca, sostenendo che i militari americani presenti nella zona non hanno responsabilità nella guida delle operazioni ma forniscono "consigli e assistenza", anche se sono equipaggiati per combattere. L'offensiva su Mosul, ha aggiunto, è un test della strategia di Obama per sconfiggere l'Isis sul terreno senza truppe americane.

L'Onu è "estremamente preoccupato" per la sorte degli 1,5 milioni di civili a Mosul e teme che "migliaia di loro potrebbero ritrovarsi sotto l'assedio" delle truppe governative o diventare "scudi umani" nelle mani dell'Isis. Lo afferma in un comunicato il sottosegretario per gli affari umanitari, Stephen O'Brien, facendo appello "a tutte le parti perché rispettino i loro obblighi di proteggere i civili in base alla legge umanitaria internazionale".

I miliziani curdi Peshmerga sono arrivata sette chilometri dalla periferia di Mosul, avanzando da nord-est, secondo un corrispondente dal terreno della televisione panaraba al Jazira. I Peshmerga, precisa il sito curdo iracheno Rudaw, hanno strappato all'Isis nove villaggi sul fronte di Khazir, a nord-est di Mosul, mentre le truppe governative di Baghdad avanzano dalla regione di al Qayyara, a sud.

Le forze curde-irachene, che partecipano all'offensiva "sono riuscite a liberare nove villaggi ad est del capoluogo, aveva annunciato questa mattina la tv di stato irachena "al Iraqiya". "Nelle prime ore del via all'operazione di Mosul, le avanguardie delle forze Peshmerga curde sono riuscite a liberare nove villaggi nel perimetro di al Jabal al Asfar ("Monte Giallo") dopo che sono state sfondate le prime difese" degli uomini del Califfato nero, ha detto l'emittente di Stato indicando in 4.000 i combattenti dei Peshmerga che partecipano all'offensiva.

Il generale Stephen Townsend, comandante della coalizione a guida statunitense che opera in Iraq a fianco delle forze governative, ha raffreddato troppo facili entusiasmi dichiarando che l'operazione lanciata per riconquistare Mosul potrebbe durare molte settimane, se non di più.

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