Non era mai successo che un candidato alla Casa Bianca rifiutasse di garantire una transizione pacifica, accettando il verdetto delle urne. È successo stanotte all'Università di Las Vegas dove nel faccia a faccia conclusivo con Hillary Clinton Donald Trump ha parlato di "elezioni truccate" e che quindi non se la sente di impegnarsi a riconoscere l'eventuale vittoria della sua avversaria. "Deciderò al momento", ha spiegato Trump, incassando a sua volta l'affondo di Hillary Clinton: "Lui è il candidato più pericoloso della nostra storia". Insomma anche questa volta è stato intenso e durissimo, pieno di accuse reciproche, quest'ultimo faccia a faccia tra Donald Trump e Hillary Clinton prima delle presidenziali Usa dell'8 novembre.
L'ultimo duello si è concluso così come era iniziato, senza la stretta di mano tra i due candidati. Secondo i primi sondaggi il candidato democratico ha avuto nettamente la meglio. Secondo un sondaggio Cnn/Orc il 52% degli americani ha preferito il candidato.
I due candidati si sono spesso interrotti, non hanno rinunciato agli attacchi personali ma hanno anche discusso di contenuti e di numerosi temi. Trump ha ribadito che il voto è "truccato, perché Clinton non avrebbe potuto concorrere" a causa dello scandalo delle mail. A questo proposito ha nuovamente attaccato i media e non si è impegnato a riconoscere il risultato delle elezioni in caso di sconfitta. "Deciderò al momento", ha detto.
Da parte sua Hillary Clinton ha osservato che negli Usa "ci sono sempre state elezioni democratiche e il risultato è sempre stato accettato, anche se non piaceva" e ha accusato Trump di essere "il candidato peggiore della storia delle nostre elezioni". Vladimir Putin è entrato anche in questo ultimo dibattito. "Vuole un candidato-fantoccio", ha detto, accusando l'avversario di fare il gioco del presidente russo e di essere per questo il suo "burattino". "Non lo conosco, non sono suo amico, ma sarebbe positivo se andassimo d'accordo con la Russia", ha risposto il candidato repubblicano, che più tardi ha sostenuto che Putin "è stato più furbo" sulla Siria.
Trump ha ribadito la necessità di "costruire un muro" per combattere l'immigrazione clandestina e il traffico di droga. Clinton ha risposto che "le deportazioni" che vuole il suo avversario sono "inaccettabili". Sulle accuse di molestie che gli sono state rivolte da nove donne, Trump ha ribattuto che "sono state fortemente sconfessate. Non ho mai incontrato queste donne, vogliono un quarto d'ora di notorietà oppure sono state pagate da loro" (i democratici). È stata questa un'altra delle fasi più accese del confronto. La Clinton ha ricordato che "in numerosi comizi Trump ha detto di non aver fatto quelle cose a quelle donne perché non erano abbastanza carine per essere molestate". "Denigrare le donne lo renda più forte, io non penso. Qualsiasi donna sa cos'è essere trattata in questo modo, ecco come Donald tratta le donne, le denigra", ha aggiunto il candidato democratico.
Trump ha accusato più volte il suo avversario per lo scandalo delle mail, ma Clinton ha ribattuto che dopo un anno di indagini non è stata formulata alcuna accusa a suo carico. Sulla politica estera Trump ha affermato che la strategia su Mosul è stata assolutamente sbagliata perché l'annuncio dell'offensiva con mesi di anticipo ha permesso ai leader dell'Isis di scappare e ha affermato che "il vero vincitore sarà l'Iran". Clinton ha insistito su un tema ricorrente, ribadendo che il candidato repubblicano non è adatto a fare il presidente, ricordando i timori sulla sua figura espressi dalle agenzie per la sicurezza. Sui temi interni Trump si è espresso contro diritto ad aborto, ribadendo la necessità di eliminare la sentenza della corte suprema che lo tutela a livello federale. Il candidato repubblicano difenderà il secondo emendamento sull'accesso alle armi. Clinton ha accusato Trump di essere sostenuto dalle lobby per le armi. "Capisco e rispetto le nostre tradizioni sul possesso di armi, fa parte della nostra storia, ma credo ci debba essere una regolamentazione", ha precisato.
Trump ha ribadito l'intenzione di effettuare "massicci tagli delle tasse". "Il tuo piano invece le aumenterà, è un disastro. Con Obama il debito nazionale è raddoppiato", ha detto rivolgendosi all'avversario. Clinton ha ribattuto che "Trump vuole le tagliare tasse solo ai ricchi e alle grandi aziende, ma questo farebbe aumentare il nostro debito, ci spingerebbe verso una nuova recessione". "Il mio piano - ha aggiunto il candidato democratico - produrrà più opportunità e il suo ci costerebbe in termini di costi di lavoro. Parla di tagli enormi che non si sono mai visti neanche con Bush. Io invece non aggiungerò neanche un centesimo al nostro debito e ho le coperture per il mio piano".
Ma al di là dei singoli temi è il passaggio sul dopo-voto che monopolizza i commenti degli osservatori. E la stampa americana, evidentemente sgomenta da affermazioni che non ha mai sentito in bocca a un candidato alla Casa Bianca, a poche ore dall'accalorato dibattito titola unanime su questo passaggio-shock. “È il disprezzo di Donald Trump per la democrazia", scrive il New York Times: "è passato dall'insultare l'intelligenza dell'elettore americano a insultare la democrazia stessa".