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Iraq – Strage Isis a Mosul: massacrate 284 persone, tra cui molti bambini

Mosul (Iraq), 22 Ott 2016 - Lo Stato islamico (Isis) avrebbe ucciso a sangue freddo qualcosa come 284 uomini a ragazzi in esecuzioni di massa tra giovedì e venerdì a Mosul sotto attacco. Lo scrive la Cnn, facendo riferimento a una fonte d'intelligence. Dopo aver massacrato le vittime, sarebbero stati usati bulldozer per buttare i cadaveri in una fossa comune vicino il luogo dell'esecuzione, il defunto Collegio dell'Agricoltura di Mosul, a nord della città. Le vittime sarebbero state uccise con colpi d'arma da fuoco, in molti casi si sarebbe trattato di bambini, ha detto la fonte, che ha voluto restare anonima perché non autorizzata a parlare con i media. Non è stato possibile alla Cnn confermare la denuncia.
Violenti combattimenti intanto sono in corso a Tal Kayf, villaggio strategico a circa 10 chilometri a nord-est di Mosul. A quanto si apprende i Peshmerga hanno sfondato le linee dell'Isis e si apprestano ad entrare nel villaggio. Al momento l'area dei combattimenti è interdetta ai giornalisti. Il segretario alla Difesa statunitense, Ash Carter, è arrivato a Baghdad per valutare di persona i progressi militari nella battaglia.
Un attacco a sorpresa a Kirkuk negli stessi istanti dello Stato islamico (Isis) ha provocato almeno 46 morti a Kirkuk, nel nord dell'Iraq. L'hanno riferito oggi fonti ufficiali. "Abbiamo 46 morti e 133 feriti, molti dei quali membri dei servizi di sicurezza, come risultato degli scontri con Daesh (Isis nell'acronimo arabo)", ha detto un generale del ministero dell'Interno iracheno. Il bilancio è stato confermato da una fonte sanitaria. Secondo il generale sarebbero morti anche almeno 25 jihadisti. Intanto l'Onu lancia l'allarme: i miliziani di Baghdadi hanno costretto circa 550 famiglie dei villaggi vicini a entrare a Mosul "verosimilmente per usarli come scudi umani".Il ministro degli esteri italiano Paolo Gentiloni sottolinea che con la battaglia di Mosul nella lotta all'Isis è avvenuto: "E' un salto di qualità importante. E' molto simbolico che sia stata liberata Dabik, città simbolo per Daesh, un autentico rovescio. Ci sono le condizioni perchè anche Mosul e poi Raqqa, in Siria, nel giro di pochi mesi lo siano. I nodi sono soprattutto politici: quali saranno le forze protagoniste, chi gestirà il dopo, come garantiremo la convivenza. L'Italia sta svolgendo compiti importanti ed è pronta a farlo anche dopo. Ma il punto è che la liberazione di quei territori segnerà la fine di Daesh che si fa Stato. E penso che quando questo succederà, finirà anche l'appeal, il potere di attrazione che i jihadisti hanno esercitato verso i foreign fighters e i lupi solitari, diminuendo il rischio di attentati".

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