Ferrara, 25 Ott 2016 - "L'ipotesi di ospitare dei profughi a Gorino non è più in agenda. Ha prevalso la tranquillità dell'ordine pubblico, non potevamo certo manganellare le persone. Questo fenomeno o si gestisce insieme con buonsenso oppure non si gestisce". Così Michele Tortora, prefetto di Ferrara, dopo le barricate antiprofughi, fatte dai residenti, che ieri hanno impedito l'arrivo di 12 donne profughe a Gorino, nel Ferrarese.
Gli abitanti hanno eretto barricate contro l'arrivo di profughi all'Ostello del paese, requisito dal Prefetto Tortora per affrontare l'emergenza nel piano di accoglienza nazionale. Una protesta clamorosa contro la decisione di ospitarli con blocchi stradali per impedire il passaggio dei pullman e che aveva già sortito il suo effetto dopo una mediazione tra forze dell'ordine e manifestanti e l'intervento del sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani. Le 12 profughe (di cui una incinta) sono state sistemate a Comacchio (4), Fiscaglia (4) e Ferrara. E ora, la decisione di eliminare Gorino dalla lista dei paesi nei quali collocare i migranti.
La protesta sarebbe stata innescata da un corto circuito comunicativo: la requisizione di cinque stanze dell'Ostello Amore-Natura, decisa in mattinata, avrebbe dovuto essere notificata a un'ora dall'arrivo del pullman, ma la notizia è stata data ore prima, dando tempo di preparare la protesta. Che continua. I pescatori hanno annunciato che non andranno in mare e non manderanno i figli a scuola.
I manifestanti avevano posizionato bancali di legno in tre punti d'accesso al paesino del Delta del Po per contrastare La decisione di requisire parzialmente l'ostello bar Amore-Natura. ''Tenuto conto della saturazione delle strutture già funzionanti'', aveva spiegato la Prefettura in una nota nell'annunciare la misura - è stata decisa la requisizione per ospitare intanto 12 donne, cui si dovranno aggiungere a breve altre sette persone, per un totale di 18 di un ''gruppo di migranti assegnato alla provincia di Ferrara''.
Immediata la sollevazione di alcuni decine di residenti dei due paesi affacciati sul Mare Adriatico, con i quali è stata avviata la mediazione, anche per evitare che la tensione aumentasse, che ha portato al dirottamento del gruppo di donne destinate all'ostello. Il prefetto Tortora aveva spiegato che la requisizione ''ha carattere eccezionale straordinario'' e aveva rivolto un appello ''ad amministrazioni pubbliche, associazioni di volontariato e strutture ecclesiastiche affinché offrano ogni collaborazione'', anche per ''ulteriori esigenze'', verosimili ''anche a breve''. Collaborazione arrivata in tempo brevissimo. Il titolare dell'ostello, Filippo Rubini, ha detto alla Nuova Ferrara che una settimana fa, contattata, la struttura si era detta non disponibile ad accogliere i profughi ma che poi la situazione si era concretizzata con l'annuncio dell'arrivo a poche ore dal trasferimento.
Il prefetto Mario Morcone, capo del dipartimento Immigrazione del ministero degli Interni ha detto invece che si vergogna molto di quello che è successo a Ferrara. "Credo si debbano vergognare quelle persone che hanno impedito la sistemazione di donne e bambini. E' - dice - un amaro ricordo che quei cittadini si porteranno appresso a lungo. Gli italiani che rifiutano l'aiuto doveroso a donne e bambini - prosegue - sono ottusi, mi vergogno di averli come connazionali. Se non vogliono vivere nello stesso posto dove diamo accoglienza ai profughi - aggiunge Morcone - andassero a vivere in Ungheria. Noi - conclude - staremo meglio senza di loro".
"Prendo atto della protesta - afferma il prefetto di Ferrara, Michele Tortora - le 12 donne richiedenti asilo sono state sistemate in comuni limitrofi e probabilmente non torneranno a Gorino. Non credo che possiamo forzare la mano più di tanto - continua comunque in giornata incontrerò il sindaco e faremo dei ragionamenti insieme. Goro non ospita al momento alcun profugo, dice il prefetto, rispetto ai circa 800 già presenti nella provincia di Ferrara. Il sistema dell'accoglienza diventa sempre più stressante - aggiunge Tortora - ma le procedure sono state corrette. Non mi aspettavo una reazione del genere e l'ho trovata sconcertante".
"Mi vergogno. Se in un momento come questo un comune come quello di Goro che ha ricevuto molto dalle istituzioni, non accoglie dodici donne straniere bisogna che si rifletta sul significato di collaborazione istituzionale": con queste parole, il sindaco e presidente della provincia di Ferrara, Tiziano Tagliani, condanna la protesta. Quella di Goro "non è una realtà - ha detto Tagliani interpellato dall'Agi - in cui ci sia un sovraffollamento di stranieri". Il sindaco di Ferrara ha poi definito "esagerata" la protesta anti-immigrati: "voglio pensare - ha sottolineato - che sia stata fomentata dalla politica. Rilevo - ha continuato - una crescente difficoltà di dare esecuzione alle indicazioni del ministero dell'Interno" in tema di accoglienza agli immigrati. Le donne straniere, originarie del Ghana e della Costa d'Avorio, sono rimaste per sei ore nella caserma dei carabinieri di Ferrara fino a quando si è deciso intorno a mezzanotte, per motivi di ordine pubblico, di trasferirle. "Sono intervenuto - ha concluso Tagliani - perché quando ci sono situazioni di questo tipo è un dovere trovare una soluzione".