Roma, 25 Ott 2016 - L'aula della Camera ha approvato, con 109 voti di differenza, la proposta di rinvio in commissione della proposta di legge sul taglio degli stipendi dei parlamentari presentata dal Movimento 5 stelle. Contro la proposta, lanciata da Lorenzo Dellai capogruppo di Democrazia solidale - Centro democratico e sostenuta dal Pd, si erano pronunciati, oltre al M5S, i gruppi di sinistra italiana, di Forza Italia e di Fratelli d'Italia.
Dopo la decisione dell'aula diversi i deputati del M5S hanno lasciato l'emiciclo per andare in piazza Montecitorio dove si sono radunati alcuni attivisti per un sit-in di protesta. "Vergogna" e "Buffoni" hanno gridano nel momento in cui è arriva la notizia di rinvio. Beppe Grillo era a Montecitorio per assistere ai lavori parlamentari sul provvedimento. "Questa non è una legge per tagliare, che è una brutta parola, una parola violenta, un atto di buona volontà di cui anche la Chiesa è contenta... Pensate il Papa come ne sarebbe contento", ha commentato.
"La politica deve tornare ad avere credibilità e non la ritrova dicendo che prende meno soldi puntando allo zero ma quando diventa efficiente. Noi proviamo a farlo". Ha detto nell'Aula della Camera il capogruppo Pd Ettore Rosato annunciando il sì al rinvio in commissione del ddl sulle indennità. "Diciamo sì al rinvio in commissione. Abbiamo provato a fare un lavoro serio comune in commissione, abbiamo chiesto lo stesso trattamento dei parlamentari europei ma a loro non interessava venire in Aula per una legge che mettesse ordine e tagliasse i costi ma tagliasse semplicemente gli stipendi. Per dire che un parlamentare dovesse prendere la metà della Muraro. È il loro metro".
L'Italia non guida la classifica Ue degli stipendi dei parlamentari. Lo precisa una nota di Montecitorio. "In riferimento ad articoli pubblicati in questi giorni dalla stampa e da giornali online, si evidenzia innanzitutto che i dati inizialmente pubblicati (e poi corretti) non corrispondevano a quelli riportati dal sito della Camera, aggiornati per effetto delle decisioni assunte dall'Ufficio di presidenza nell'ultimo decennio". Da una tabella, al primo posto per indennità (escluse altre voci) è l'Europarlamento. L'Italia è quinta.