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Migranti, 25 cadaveri in un gommone, Medici Senza Frontiere: “Cimitero senza fine”

La nave Bourbon Argos di Medici senza Frontiere sta rientrando in Italia con 25 cadaveri recuperati da un gommone carico di persone a 26 miglia dalle coste libiche, dove giacevano immersi in un mix di acqua e carburante. Lo rende noto la stessa organizzazione. L'arrivo della nave è previsto domani alle 11 a Reggio Calabria.
Medici Senza Frontiere ha soccorso anche 107 superstiti dallo stesso barcone e altre 139 persone da un altro vicino.
"Arrivati al primo gommone abbiamo preso a bordo i 107 sopravvissuti, ma non abbiamo potuto recuperare quelli che pensavamo essere 11 cadaveri perché nel frattempo siamo stati chiamati per un altro soccorso urgente nelle vicinanze" racconta Michele Telaro, capo progetto di Msf a bordo della Bourbon Argos. "Dopo aver soccorso le 139 persone del secondo gommone, siamo tornati al primo e abbiamo scoperto che i corpi sul fondo erano 25, probabilmente vittime di asfissia, sommersi da uno strato di benzina e acqua di mare. Ci sono volute tre ore per recuperare 11 cadaveri, perché il mix acqua e carburante è talmente forte che non potevamo restare sul gommone troppo a lungo. E' stato orribile".
Tra le persone soccorse, 23 hanno avuto bisogno di cure mediche per le ustioni da benzina. Per sette pazienti è stata necessaria un'evacuazione medica e due di loro erano feriti in modo così grave da richiedere l'intervento dell'elicottero, per un trattamento d'urgenza in Italia. La vita di una giovane donna è stata salvata grazie al team medico a bordo, che l'ha intubata e stabilizzata in attesa dell'evacuazione.
"Il 2016 sarà probabilmente dichiarato l'anno più nefasto per le morti nel Mediterraneo Centrale. Quante tragedie come questa serviranno prima che i leader dell'Ue cambino le loro priorita' malriposte sulla deterrenza e forniscano alternative sicure alla traversata in mare?" ha commentato Stefano Argenziano, responsabile per le operazioni sulla migrazione di Msf.
Nel 2016, 327.800 persone sono arrivate in Europa via mare e 3.740 hanno perso la vita durante la traversata, secondo i dati dell'Unhcr.

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