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Mosul, il messaggio audio del Califfo al Baghdadi assediato: “Attaccate Turchia e Arabia Saudita”

Mosul, 3 Nov 2016 - Mentre l'esercito regolare iracheno entra nella roccaforte del Califfato a Mosul rispunta il Califfo. Con un messaggio audio, come non accadeva da otre un anno.

L’Isis ha infatti pubblicato online un discorso audio dal suo leader Abu Bakr al-Baghdadi, che incita i suoi combattenti, in particolare quelli a Mosul, e chiede attacchi in Arabia Saudita e Turchia.

L'ultimo messaggio di Baghdadi risaliva a quasi un anno fa, al 26 dicembre 2015. Il discorso diffuso nelle ultime ore si intitola 'Questo è ciò che Allah e il suo profeta ci hanno promesso'.

Nel messaggio, il leader dell'Isis parla dell'offensiva su Mosul come di una guerra contro i musulmani da parte dei 'crociati' e degli ebrei.

Parlando ai sunniti dell'Iraq, Baghdadi afferma poi che gli sciiti stanno facendo "tutto quanto in loro potere" per prendersi il paese e descrive l'Isis come l'unico rimedio.

Tutto questo mentre a Mosul il Califfo sembra finito in trappola, a quanto sostengono i servizi di chi sta combattendo l'Isis in quella che si sta delineando come battaglia decisiva.  L`Intelligence curda è convita, infatti, che il califfo Abu Bakr al-Baghdadi sia ancora nella sua roccaforte Mosul e che la sua morte significherebbe la fine dello Stato Islamico (Isis) che aveva proclamato proprio dalla moschea principale del capoluogo iracheno nell'estate del 2014.

È quanto ha detto Fuad Hussein, capo di gabinetto del presidente della regione autonoma del Kurdistan iracheno Massoud Barzani. "Informazioni d'intelligence che ci sono giunte da diversi fonti confermano che al Baghdadi è ancora a Mosul", ha detto Hussein in un'intervista all'Indipendent, prima di aggiungere che "la sua eliminazione significherà il collasso definitivo dell'organizzazione" anche perché il gruppo terroristico "non potrà scegliere un successore del suo peso".

Secondo Hussein, "negli ultimi mesi Al-Baghdadi ha tenuto un profilo molto basso dopo l'uccisione di numerosi comandanti dell'organizzazione sia in Siria che in Iraq".

 

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