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Italicum, Cuperlo utile idiota di Renzi per rompere il fronte a sinistra del Pd.

Roma, 6 Nov 2016 - Gianni Cuperlo (ormai ex giovane comunista e uomo della sinistra interna a, simbolo di errore di Bersani per averlo voluto come sfidante a Renzi alla segreteria del partito ed ora diventato utile idiota del segretario - caduto nella sua trappola - per rompere il fronte a sinistra nel Pd, cosa puntualmente avvenuta subito dopo la firma) ha detto sì all'accordo sulla modifica dell'Italicum. Il documento per la riforma della legge elettorale elaborato dalla commissione dem appositamente creata porta la firma di Guerini, Orfini, Zanda, Rosato e Cuperlo. Il testo verrà sottoposto all'assemblea e alla direzione del Pd e ai gruppi parlamentari. Secondo quanto si apprende, dalla legge elettorale salta il ballottaggio.

Il comitato Pd sull'Italicum, nel documento firmato anche da Gianni Cuperlo, apre infatti a una verifica dopo il referendum su 2 punti: la preferenza per i collegi come il sistema più adatto a ricostruire un rapporto di fiducia tra eletti ed elettori; la definizione di un premio di governabilità (di lista o di coalizione) che consenta l'indicazione su chi avrà la responsabilità di garantire il governo attraverso il superamento del meccanismo di ballottaggio.

Il documento è stato approvato all'unanimità dal vicesegretario Pd Lorenzo Guerini, dal presidente Matteo Orfini, dai capi gruppo al Senato e alla Camera Luigi Zanda ed Ettore Rosato e dal   rappresentante della minoranza Gianni Cuperlo.

I lavori della commissione erano cominciati dopo la riunione del 10 ottobre della direzione del partito. La commissione, si legge, "ha impostato il lavoro sulla base delle indicazioni contenute nella relazione del segretario Matteo Renzi e delle valutazioni emerse dalla discussione" con una verifica in particolare su tre aspetti: premio di lista e premio di coalizione; ballottaggio e turno unico; modalità di espressione della volontà degli elettori nella scelta degli eletti.

"La commissione ha tenuto tre riunioni ed è stata avviata una prima ricognizione con le altre forze e gruppi parlamentari sia in merito ai contenuti che ai tempi di eventuali modifiche della legge attuale" ma trovando una indisponibilità "a una verifica parlamentare prima del referendum costituzionale del 4 dicembre".

"Sul piano dei contenuti - si legge ancora nel documento - si è riaffermato il perno di un sistema elettorale fondato sull'equilibrio tra i due principi della governabilità e della rappresentanza".

"La commissione - è la conclusione - sottopone questo documento all'Assemblea nazionale, alla Direzione e ai gruppi parlamentari del Partito Democratico di Camera e Senato per le relative valutazioni e conseguentemente tradurne l'impianto nei testi di legge (elezione dei senatori secondo il Ddl Fornaro-Chiti e legge elettorale) da portare al confronto con le altre forze politiche e gruppi parlamentari".

"Ho sottoscritto il documento" su Italicum "perché contiene un passo in avanti. So che l'intesa raggiunta non ricompone la frattura consumata nella sinistra, dentro e fuori il Pd. Vedo e ascolto i tanti, anche autorevoli, convinti che solo il No al referendum potrà cambiare la legge elettorale. Io ho lavorato per ridurre quella forbice e avrei voluto un esito diverso".

"Abbiamo raggiunto un buon accordo sulle modifiche all'italicum. Grazie a tutti quelli che non si sono rassegnati e hanno lavorato per l'unità". Così il presidente del Pd Matteo Orfini dopo l'accordo.

Il documento Pd per le modifiche all'Italicum "non guarisce la ferita aperta. L'Italicum, approvato con la forzatura della fiducia, resta vigente. Serve una nuova legge, non una traccia di intenti generica e ambigua che non cambia le cose. Su un tema così importante che riguarda la nostra democrazia il Pd che pure ha i numeri in parlamento per essere determinante non può pensare di cavarsela con una paginetta fumosa". Lo afferma Roberto Speranza, che guida l'area di minoranza Pd Sinistra riformista.

Si rinvia a dopo referendum Ma Davide Zoggia, della minoranza Pd, boccia il documento. "Non mi pare che ci siano fatti concreti, solo parole, ne sono state sperse tante, serviva un atto concreto, un documento non si nega a nessuno. Noi andiamo avanti con la campagna per il No". E ancora: "Ci sono troppi condizionali, che purtroppo danno il senso dell'operazione. E si rimanda tutto a dopo il 4 dicembre, a dopo il referendum: chissà che scarpe avremo per allora".

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