New York (USA), 15 Dic 21016 - L'intelligence usa confermerebbe con un "alto grado di certezza" il coinvolgimento diretto di Vladimir Putin nella campagna elettorale per la presidenza degli stati uniti. È quanto emerge da un'esclusiva di NBC News che cita alcune fonti dei servizi segreti.
Dalle prove raccolte emergerebbe che Putin avrebbe personalmente indicato come far trapelare e utilizzare il materiale hackerato al partito democratico.
Intanto la Cia, ha di fatto avallato la tesi che il presidente russo abbia voluto con forza l'elezione del tycoon alla Casa Bianca, mentre l'Fbi e altre agenzie di sicurezza non confermano l'ipotesi.
"Sappiamo che i servizi di intelligence russi hanno hackerato i computer del Democratic National Committee e sappiamo che hanno organizzato la diffusione di gran parte di quelle mail. E sappiamo anche che Donald Trump ha mostrato un molto preoccupante sostegno nei confronti di Putin". Era questa l'accusa lanciata nel luglio scorso in piena campagna elettorale da Hillary Clinton in una intervista alla Fox News, riguardo al cyber-attacco subito dai server del Democratic National Committee nei giorni precedenti.
La candidata democratica alla Casa Bianca aveva puntato il dito direttamente contro Mosca e aveva accusato il suo rivale Repubblicano, Donald Trump, per il suo appoggio al leader del Cremlino. Secondo il New York Times, l'attacco ai sistemi informatici democratici sembrava provenire da 'FancyBear', che è collegato al G.R.U, il servizio di intelligence militare russo, "lo stesso operatore implicato nell'attacco al Comitato nazionale" del Partito democratico.
La fonte è interna alla polizia federale: "E' lo stesso avversario", ha detto, "Sono attori sofisticati". Il Partito democratico americano aveva fatto sapere di essere stato bersaglio di un attacco informatico e lo staff di Hillary Clinton aveva aggiunto a caldo che è stato esso stesso vittima di un 'hackeraggio'. Oggi i sospetti si materializzano nelle dichiarazioni della Clinton che accusa direttamente Mosca.
"A noi non interessa che sia eletta Hillary Clinton o Donald Trump: quello che ci interessa è che il materiale che pubblichiamo sia sempre accurato e che le nostre fonti siano protette". Così, intervistato dalla Nbc, Julian Assange aveva difeso la decisione di non rivelare la fonte delle 19mila mail del comitato democratico pubblicate da Wikileaks.