Canada, 30 Gen 2017 – Un attacco deliberato contro uomini riuniti in preghiera. La capitale del francofono Quebec è teatro di una strage che secondo le autorità sarebbe dettata da motivi religiosi. Le vittime sarebbero almeno 5, secondo le informazioni fornite dal presidente del centro culturale islamico Mohamed Yangui.
Via via che passano le ore emergono nuovi dettagli sul gravissimo episodio che avviene mentre l'America è scossa dall'ordine esecutivo di Donald Trump che mette al bando i cittadini provenienti da 7 paesi musulmani.
Sarebbero sei le persone uccise, otto i feriti. Sono stati arrestati dalla polizia due presunti aggressori, ritenuti tra i responsabili della sparatoria, avvenuta domenica sera, al Centro culturale islamico della città canadese. Il premier Justin Trudeau ha descritto l'attentato come "un attacco terroristico contro i musulmani in un luogo di culto e di rifugio".
Secondo quanto ha riferito la portavoce della polizia Étienne Doyon, nel corso di una conferenza stampa, le vittime hanno età comprese tra 35 e 70 anni. I media locali inizialmente avevano parlato di un terzo sospetto coinvolto. Doyon non ha confermato l'informazione secondo cui uno dei fermati avrebbe 27 anni e che la polizia avrebbe recuperato un fucile d'assalto AK-47.
Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha detto che la sparatoria era di natura vile. "Stasera, i canadesi sono addolorati per i morti in un vile attacco contro una moschea nella città di Quebec. I miei pensieri vanno alle vittime e alle loro famiglie", ha scritto Trudeau sul suo account Twitter.
"Il governo italiano è vicino al governo e al popolo canadese, alla comunità musulmana canadese, oltre che al premier Trudeau. Un modo per confermare il nostro atteggiamento di vicinanza e solidaretà alla stragrande maggioranza dei cittadini di fede islamica che vivono nelle nostre città, nei nostri Paesi, e che rifiutano il terrorismo fondamentalista, anzi ne sono spesso vittime e bersagli". Così in una breve dichiarazione a Palazzo Chigi il premier Paolo Gentiloni dopo l'attentato a Quebec City.
No a chi uccide Dio Parla a nome del Parlamento europeo ed esprime le sue condoglianze al Canada, a Justin Trudeau, "che sarà in visita il 15 febbraio", per la strage di Quebec City. Antonio Tajani, a Palazzo Chigi per incontrare il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, sottolinea che "la violenza non è mai una risposta contro il terrorismo - rileva il presidente del Parlamento europeo - la soluzione si chiama dialogo e l'Unione europea crede nel dialogo interreligioso. Abbiamo lavorato e continueremo a lavorare in questa direzione".