Roma, 24 Feb 2017 - "Penso che dobbiamo dare il tempo ai nostri militanti non soltanto di ascoltare noi, ma anche di poter dire qualcosa. Questo è il punto di partenza". Così il ministro della Giustizia Andrea Orlando a margine dell'inaugurazione del 'Circolo Musica e cultura 100 passi', a Palermo, commentando un'intervista rilasciata da Pierluigi Bersani che, riferendosi al segretario dimissionario del Pd Matteo Renzi, avrebbe detto che "proverà a forzare la situazione per fare le primarie ad aprile e poi il congresso a giugno, anche per anticipare le elezioni".
"Della politica di Palazzo in questo momento - prosegue il politico ufficialmente in corsa per la segreteria del Pd - non mi interessa, mi interessa ascoltare le persone perché credo che abbiamo detto molte cose in questi anni, alcune giuste, alcune sbagliate, ma ci siamo un po' dimenticati di stare a sentire la gente", ha concluso. Su D'Alema e Bersani poi, Orlando non si pronuncia e gela Angelino Alfano: "l'alleanza era legata a situazioni contingenti, è difficile allearsi con una forza che si chiama Nuovo Centrodestra".
Lo sfidante pugliese intanto si scaglia contro Orlando e commenta: "ha un solo difetto: ha fatto parte del governo Renzi" e "quindi, come sfidante di Renzi, devo capire a quale obiettivo sta mirando". Michele Emiliano non risparmia le critiche a Matteo Renzi, ancora impegnato nel suo viaggio in Usa, "non ho fiducia in lui" e sull'accelerata del partito sulla questione del congresso non ha dubbi: "Tenteranno di non fare il referendum. Perciò hanno questa fretta. Perciò vogliono andare a elezioni".
Sulle candidature di Orlando e Emiliano, quali alternative all'ex premier, interviene oggi dalle pagine de "La Stampa", l'esponente Pd, Francesco Boccia: la prima spiega "arricchisce e rafforza il Pd. Un ottimo ministro, da tempo insofferente verso lo stile di conduzione politica di Renzi. Quanto ai numeri, non credo si ostacolino, sono due candidati diversi. Michele" Emiliano "raccoglie pezzi di società civile allontanatisi dal Pd, movimenti, giovani e il mondo dell'associazionismo. Orlando può fermare l'emorragia in corso di gruppi dirigenti che non credono più in Renzi".
Oggi pomeriggio intanto si tiene la direzione Pd dove verrà formalizzata la decisione in merito alla data delle primarie. I vertici del partito, però', sottolineano che la finestra delle urne a giugno difficilmente si potrebbe aprire, anche se le primarie il 9 aprile lascerebbero in teoria la possibilità delle elezioni. E tuttavia sarà proibitivo il lavoro del Parlamento per cercare di trovare un'intesa sulla legge elettorale, anche alla luce della scissione che si sta compiendo in casa dem. Il nuovo gruppo parlamentare dovrebbe nascere la prossima settimana.
Sono in corso contatti anche con altre forze moderate (il gruppo di Dellai, per esempio). "Ci hanno contattato anche a noi", spiegava oggi un esponente di Scelta civica. Non è ancora stata presa una decisione sul nome ma i componenti della nuova formazione potrebbero toccare quota 50 tra Camera e Senato, comprendendo anche chi è andato via da Sinistra italiana.
L'obiettivo dei fuorusciti dal Pd è comunque sostenere il governo Gentiloni e i provvedimenti dell'esecutivo che arriveranno in Parlamento. Le fibrillazioni certo non mancheranno (molti centristi per esempio già hanno detto di non essere disponibili a votare il provvedimento sullo 'ius soli' e anche la riforma del processo penale che dovrebbe arrivare la prossima settimana nell'Aula del Senato e sulla quale non è escluso il voto di fiducia), ma Gentiloni va avanti. "Con maggiore determinazione", ha sottolineato il premier, in considerazione anche del Def "accelereremo sulle riforme".