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Scontro sulla riforma Legge elettorale, Alfano: conclusa la collaborazione con il Pd, accettiamo sfida soglia 5%

Roma, 1 Giu 2017 - "Accettiamo la sfida della soglia del 5% e non presenteremo emendamenti su questo". Lo ha detto il leader di Ap, Angelino Alfano, al termine della direzione.  Alfano a Renzi: dica se vuol far cadere Gentiloni "Chiediamo a Renzi di rispondere ad una semplice domanda: vuole fare cadere il governo Gentiloni o no? Attendiamo una risposta", ha affermato Alfano precisando: "Noi continuamo a sostenere il governo Gentiloni, ma consideriamo conclusa la collaborazione con il Pd. Non faremo ostruzionismo sulla legge elettorale". "La nostra fedeltà - ha aggiunto- è stata mal ripagata'" dal Pd. "Ma non cambiamo idea".

Alla Direzione Nazionale di Ap hanno partecipato tutti i "big" del partito, inclusi i ministri Beatrice Lorenzin e Enrico Costa.

Il leader di Ap ha risposto alla stoccata di Renzi di ieri, ospite di Porta a Porta, sulla soglia di sbarramento del 5% prevista dalla legge elettorale proporzionale secondo il modello tedesco. "Se quelli che non prendono il 5 per cento stanno fuori non è un dramma. Se dopo anni che sei stato al governo, hai fatto il ministro di tutto, non riesci a prendere il 5%, è evidente che non possiamo bloccare tutto". E Renzi risponde anche alle accuse del ministro degli Esteri e leader di Alternativa popolare. "Io impaziente? Potevo restare a Palazzo Chigi e invece me ne sono andato... ho l'impressione che sono loro che hanno paura ma non è accettabile il potere di veto dei 'piccoli'".

"Pizzolante è una persona seria, non smentisco". Lo afferma il leader di Ap Angelino Alfano soffermandosi sulle parole di Sergio Pizzolante che ha parlato di pressioni da parte di Renzi per far cadere il governo a febbraio. "Una certa agitazione c'è da mesi", prosegue Alfano ribadendo una domanda "semplice" a Renzi: "vuol far cadere anche Gentiloni o no?"

Slitta da lunedì a martedì della prossima settimana l'approdo in aula alla Camera della riforma elettorale alla tedesca con sbarramento al cinque per cento da ieri all'esame della commissioni Affari Costituzionali che dunque ora modificherà il suo calendario, avendo un giorno in più per esaminarla. Resta invece fermo il termine di giovedì 8 giugno per l'approvazione finale fissato dalla conferenza dei capigruppo. Lo slittamento è il frutto di una mediazione condotta con successo dalla presidente della Camera Laura Boldrini, anche a seguito di sollecitazione di alcuni gruppi parlamentari che avevano lamentato lo scarso tempo messo a disposizione per l'esame in prima commissione. Boldrini, secondo quanto si è appreso a Montecitorio, ha sentito telefonicamente i capigruppo parlamentari che hanno acconsentito allo slittamento di un giorno dell'inizio dell'esame in aula, mantenendo però fermi tempi massimi e termine ultimo di approvazione del lavoro in assemblea sulla nuova legge elettorale a Montecitorio. Possibile che dal voto non esca una maggioranza.

"Partecipiamo all'intesa sul modello tedesco perché stavolta la proposta è seria e per soddisfare la richiesta di Mattarella". Lo afferma a Repubblica Luigi di Maio che annuncia: "Primarie in estate per scegliere il candidato premier che presenterà la squadra prima delle elezioni. Io in campo? Decidono gli iscritti. Nei primi 100 giorni a Palazzo Chigi aboliremo Irap, Equitalia e studi di settore". Sulla legge elettorale, rivendica Di Maio, "ci siamo confrontati nelle sedi istituzionali e alla luce del sole, senza inciuci sottobanco, su un modello su cui abbiamo chiamato a esprimersi i nostri iscritti. Solo dopo il loro ok, abbiamo portato la proposta al Pd". "Puntiamo a superare il 40% - dice ancora - che col sistema tedesco ci permetterà di governare da soli. Quindi ci saranno tantissimi nuovi cittadini eletti in Parlamento. Anche in questo caso ci saranno le parlamentarie on line". "La prima cosa che faremo - annuncia quindi Di Maio - sarà approvare il reddito di cittadinanza, le coperture le abbiamo già. In questo modo rimettiamo al centro il lavoro e facciamo ripartire i consumi. Poi ci vuole una seria lotta alla corruzione, abolizione di Equitalia, degli studi di settore e dell'Irap per dare ossigeno alle imprese che vogliono crescere, avvio del programma di conversione energetica verso le rinnovabili". Sulla squadra di governo "deciderà il candidato premier. Una cosa è certa: presenteremo una squadra di altissimo livello prima delle elezioni. Sfido i partiti a fare altrettanto". Alla domanda se Nino Di Matteo sarà il ministro della Giustizia del M5s, Di Maio replica. "Dico solo che la sua disponibilità è una buona notizia". Infine sul sindaco di Roma Virginia Raggi, Di Maio dice: "Via solo se condannata".

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