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F1, Gp di Singapore, 14.ma prova del Mondiale

Il più insperato dei successi. Lewis Hamilton vince il Gran Premio di Singapore, caratterizzato in avvio da una carambola che in un solo colpo mette ko le due Ferrari e la Red Bull di Max Verstappen. Il pilota inglese della Mercedes compie un balzo in avanti in classifica, portandosi a +28 punti su Sebastian Vettel. Per Hamilton, settimo successo stagionale, il numero 60 in carriera. Al secondo posto Daniel Ricciardo su Red Bull, terza l’altra freccia d’argento di Valtteri Bottas. A punti anche Sainz (Toro Rosso), Perez (Force India), Palmer (Renault), Vandoorne (McLaren), Stroll (Williams), Grosjean (Haas) e Ocon (Force India). Chiudono solo in dodici su venti partiti.

La classifica mondiale dice Hamilton 263 punti, Vettel fermo a 235, Bottas 212, Ricciardo 162, Raikkonen resta a 138. Per Hamilton punti che valgono oro, dopo le qualifiche che lo avevano relegato in terza fila: dalla pole scattava Vettel, affiancato da Verstappen e seguito da Ricciardo e da Raikkonen.

Emozioni a non finire sul circuito cittadino di Marina Bay, per il quattordicesimo appuntamento del Mondiale su venti in programma. Partenza tremenda sotto la pioggia: Raikkonen dalla seconda fila cerca di superare Verstappen che si trova preso nella morsa delle due Ferrari; si toccano anche le due rosse, ma Vettel riesce a liberarsi: poco oltre, Raikkonen urta di nuovo Verstappen ponendo fine alla corsa di entrambe. Con la vettura fuori equilibrio, Vettel fa subito in testacoda e sfascia il muso contro le protezioni: gara finita anche per lui. Dopo 36 Gp a punti, il Cavallino resta a secco. L’ingresso della safety car costringe i piloti a passare nella corsia dei box per permettere la rimozione dei detriti dalla pista. Al 5° giro la gara riprende. Hamilton si trova in testa, tallonato dalla Red Bull superstite di Ricciardo, terzo Bottas.

Neppure troppo polemico Raikkonen: "Non so se Max non mi ha visto o meno: bisognerebbe chiederlo a lui. Sono cose che capitano, anche se abbiamo pagato un prezzo troppo salato. È un vero peccato che sia finita così, avevo fatto bene i primi 100 metri". Incredulo invece Verstappen: "Io sono finito in un sandwich, ho cercato di frenare ma le gomme posteriori sono più larghe e non sono riuscito ad evitare il contatto. La gara è finita lì. Ho visto Kimi, volevo frenare ma non sono riuscito a farlo. Non capisco il punto di vista di Vettel perché avrebbe perso uno o due posizioni e uno era un suo compagno di squadra. La Ferrari avrebbe sicuramente fatto restituire la posizione. È un errore che potrebbe costargli tanto per il campionato. Per come è andata, sono contento che si sono ritirati anche loro e che non è capitato solo a me. Io sono stato vittima di quello che hanno fatto loro, io volevo solo lottare per vincere". Sconsolato Vettel, quello che ci ha rimesso di più: "Non ho molto da dire, ho visto Max avvicinarsi, ho cercato di chiuderlo, ho sentito la botta ed è finita lì. Ho visto Max solo dagli specchietti, poi ho visto Kimi che mi ha colpito sulla fiancata, non so cosa sia successo fra loro".

All’11° giro Kvyat finisce contro le barriere: per recuperare la sua Toro Rosso, entra di nuovo la safety car e i piloti approfittano per mettere le gomme intermedie visto il calare della pioggia. Quando la Renault sceglie le supersoft alla 25.ma tornata, gli altri team si accodano. I piloti cominciano a girare ben sotto i due minuti e la gara si velocizza. Terzo intervento della safety car al giro numero 38, dopo il testacoda di Ericsson (Sauber). Hamilton, che sta volando, non nasconde il suo disappunto parlando via radio col suo box. Il regime di sicurezza cessa al 42° giro e Hamilton può involarsi senza problemi verso il successo

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