Cagliari, 20 Giu 2019 - Ultimamente sembra che si siano formati due schieramenti per quanto riguarda l'allenamento, in particolare quello focalizzato sulla ricomposizione corporea, uno che promuove l'allenamento al femminile in maniera specifica sottolineando le differenze di genere e un altro che ne incentiva i punti in comune con quello maschile.
La domanda mi è sorta spontanea, e l'allenamento al maschile?
Differenze reali o presunte?
Vediamo di fare un po' di chiarezza oggi servendoci di una systematic review del 2016 intitolata ''The Relevance of Sex Differences in Performance Fatigability'' (La rilevanza delle differenze sessuali nell'affaticabilità da prestazione).
L' affaticabilità da prestazioni differisce tra uomini e donne per una serie di attività.
Le donne sono solite soffrire meno la fatica degli uomini e questo è più ampiamente descritto per lo sforzo durante le contrazioni isometriche e alcuni compiti dinamici.
La differenza di sesso nella fatica è specifica per le attività richieste in modo che il meccanismo non sia universale, comprese eventuali differenze di sesso nella fisiologia dei muscoli scheletrici, nella perfusione muscolare (In fisiologia, la perfusione è il processo in cui un corpo fornisce il sangue per il letto capillare sin nel tessuto) e nell'attivazione volontaria.
Tuttavia, vi sono notevoli lacune nelle conoscenze circa la dipendenza dal compito delle differenze sessuali nell'affaticabilità, i meccanismi coinvolti e la rilevanza per le popolazioni cliniche (Per popolazione clinica intendiamo un gruppo di persone che sono studiati per motivi di salute pubblica) e l'età avanzata.
Le lacune di conoscenza sono in parte dovute al significativo deficit nel numero di donne incluse negli studi di affaticabilità delle prestazioni, nonostante un aumento graduale dell'inclusione delle donne negli ultimi 20 anni. Pertanto, questa review:
1) Fornisce un fondamento logico per la conoscenza limitata delle differenze sessuali nell'affaticabilità da prestazioni,
2) Riassume le attuali conoscenze sulle differenze sessuali nell'affaticabilità e i potenziali meccanismi in una gamma di compiti,
3) Evidenzia aree emergenti di opportunità in ambito clinico,
4) Suggerisce strategie per colmare il divario di conoscenze e comprendere la rilevanza delle differenze di sesso nella fatica affaticante.
La comprensione limitata delle differenze sessuali nell'affaticabilità in popolazioni sane e cliniche, si presenta come un campo maturo con opportunità di studi ad alto impatto.
Tali studi avranno l'onere di scoprire e analizzare i limiti di uomini e donne durante gli sforzi atletici, i compiti ergonomici e le attività quotidiane.
Poiché l'affaticabilità, che possiamo leggere come congruo stimolo allenante, è necessaria per un efficace adattamento neuromuscolare, le differenze tra i sessi negli studi avranno lo scopo di approfondire anche la parte relativa alle strategie ottimali per l'allenamento e la riabilitazione sia negli uomini che nelle donne.
Quali sono state le conclusioni emerse in questa ricerca?
Le differenze sessuali in fisiologia e anatomia possono avere alcune profonde differenze nella risposta del corpo alla fatica che è specifica per le esigenze del compito in popolazioni sane e cliniche.
L'affaticabilità non solo limita le prestazioni atletiche e le attività quotidiane in alcune popolazioni, ma è anche la base per l'adattamento neuromuscolare necessario per un allenamento e una riabilitazione efficaci. Quindi, in un'era di maggior individualizzazione medica e riabilitazione dopo l'infortunio, una delle varianti più basilari da considerare è il sesso dell'individuo.
Nei giovani adulti sani, le differenze sessuali nell' affaticabilità da prestazione sono spesso osservate durante isometriche a singolo arto sostenute e intermittenti e in alcuni compiti dinamici.
La differenza sessuale nell'affaticamento dipende dalle richieste del compito in modo che un meccanismo non sia universale. Sebbene i meccanismi contrattili e metabolici siano spesso associati alla maggiore resistenza alla fatica delle donne rispetto agli uomini per una serie di compiti, vi sono anche interazioni con altri meccanismi, tra cui la perfusione muscolare e l'attivazione volontaria.
Per quanto riguarda il fatto che le differenze sessuali nell'affaticabilità siano presenti e rilevanti oppure no tra le persone con disabilità e/o malattie croniche possiamo dire solo una cosa, sono necessari ulteriori studi.
Diverse strategie di base come includere il sesso come variabile di studio e nominare semplicemente studi di sesso singolo in un titolo e in astratto, possono essere adottate dai ricercatori per aumentare la base di conoscenze e comprendere la rilevanza dell'affaticabilità da prestazione negli uomini e nelle donne.
La limitata conoscenza delle differenze sessuali nell'affaticabilità nella popolazione sana e clinica si presenta come un campo maturo con opportunità di studi ad alto impatto.
Cosa possiamo portarci a casa?
Similitudini o differenze?
Da Personal Trainer dico questo, è indubbiamente importante continuare nella ricerca in questo ambito specifico ed è sicuramente appassionante approfondire per la consapevolezza che ci può offrire.
Aldilà di ciò dico che ogni uomo è diverso da un altro come ogni donna è diversa da un'altra in termini di risposta pur riconoscendo l'universalità scientifica attuale dei parametri di allenamento.
Quello che conta veramente alla fine per non sbagliare è sempre conoscere e capire chi siamo in rapporto ai risultati che vogliamo ottenere.
Quello che un trainer deve sicuramente saper fare è individualizzare l'allenamento adattandolo al proprio cliente maschio o femmina che sia.
In basso il link della ricerca. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5349856/#!po=59.9206
A.M.