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F1, Gp Turchia, Lewis Hamilton vince per la settima volta il mondiale: antirazzismo e ambiente, 12 anni da leader.

Istanbul, 15 nov 2020 – Hamilton come Schumacher: per sette volte campioni del mondo di Formula Uno.

L’inglese di colore, dalle campagne per la salvaguardia dell'ambiente all'impegno a 360 gradi nella lotta al razzismo, con la Formula 1 diventata anche un palcoscenico per le sue battaglie, alle quali ha confessato di tenere quasi più delle vittorie. Che non sono certo un dettaglio nella sua vita da campione dentro e fuori la pista: dodici anni da leader puro fino al trionfo in Turchia e al record di Schumi.

Un divo per forza ma che non lo vuole essere, con una passione per il mondo della moda e una scelta di vita etica che lo ha portato a essere vegano, Lewis Hamilton entra definitivamente nell'Olimpo della velocità sfondando il muro, considerato una volta invalicabile, dei sette titoli di Michael Schumacher. Un traguardo da leggenda che il pilota inglese della Mercedes sembra vivere quasi senza rendersi conto dell'impresa raggiunta e dando l'impressione di tenere di più ai suoi impegni fuori dalla pista. Con la Mercedes non ha ancora rinnovato, ma l'ora dell'addio alla pista non sembra arrivato. Dopo essere entrato nel club dei più grandi piloti (da Fangio a Prost, passando per Lauda e Senna) il primo pilota di colore del Circus ha ora raggiunto Kaiser Schumi e tutto fa pensare, se deciderà di continuare a correre, che riuscirà presto a superare l'idolo dei ferraristi. A 35 anni Hamilton, origini anglo-caraibiche, ha da tempo superato tutte le insicurezze che, come egli stesso ha raccontato, avevano seguito la vittoria del primo titolo, nel 2008, al volante della McLaren. Poi lo show infinito con la Mercedes: la doppietta consecutiva 2014-15 e i quattro titoli di fila dal 2017 a oggi.

Talento innato, con l'esperienza ha affinato le qualità che ne hanno fatto il campione solido e determinato che è oggi: stile di guida aggressivo, ma non sconsiderato, tenacia ed abilità nei sorpassi, velocità fin dai primi turni delle qualifiche. Tredici stagioni ad alto livello - non è mai sceso più giù del quinto posto nella classifica piloti - gli hanno insegnato a lasciarsi scivolare addosso la pressione che circonda la prima guida di un team di Formula 1, specie se quello della Mercedes, marchio che rappresenta dal 2013. Quando indossa il casco e abbassa la visiera chiude fuori il personaggio un po' rockstar, a volte all'apparenza quasi leggero per quella passione per i social che lo porta ad aggiornare praticamente in tempo reale i suoi profili. Quest'anno, in particolare, si è fatto notare per l'impegno sociale contro il razzismo dopo tutti i casi che hanno messo in primo piano la ferocia della polizia americana contro le persone di colore. E Hamilton ha coinvolto nelle sue iniziative anche il mondo ingessato della Formula 1, che in parte ha preso le distanze e in parte lo ha seguito senza battere ciglio. Sempre in pole sui social le sue battaglie per l'ambiente e la filosofia vegan: l'estinzione umana è "sempre più probabile perché abusiamo delle nostre risorse", recitava un passaggio apocalittico di un post del campione.

Tanti i flirt attribuitigli dopo la fine della storia con la fidanzata 'storica', la cantante Nicole Scherzinger. Ma i suoi veri 'amori' sono i cani, i bulldog inglesi, inseparabili compagni e star del web al punto da avere un account personale su Instagram con oltre 140 mila follower. Oltre alla svolta vegana e all'impegno per la difesa dell'ambiente, Hamilton si è assunto anche il ruolo di ambasciatore dell'Unicef a sostegno dei minori colpiti dalla malnutrizione. Innumerevoli poi i riferimenti culturali, artistici e sportivi che non sempre i suoi fan riescono a cogliere. Tra le sue tante sfaccettature, nel 2017 Hamilton non fece mancare il sostegno alla protesta anti-Trump degli sportivi statunitensi e tutto lascia intendere che la vittoria di Biden non l'abbia lasciato indifferente.

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