Press "Enter" to skip to content

L’ultima volta intorno allo stesso tavolo: i leader politici italiani al Forum Ambrosetti. Meloni per la prima volta e forse anche l’ultima.

Cernobbio, 4 Sett 2022 - “Negli ultimi quindici anni c'è stata una legislatura di centrodestra, una di centrosinistra, una variegata dal punto di vista dei colori politici. Questo vuol dire che tutti noi c'eravamo, nessuno può dire che non c'era". Lo sottolinea Enrico Letta intervenendo al Forum Ambrosetti di Cernobbio.

“Per questo - prosegue il segretario del Partito democratico - dobbiamo fare un discorso di verità. Il voto conta, non è vero che l'agenda della realtà si imporrà a chiunque sia eletto. Chiediamolo agli inglesi, quando hanno votato per Brexit, le conseguenze dureranno per tutta la loro vita. Il futuro dell'Italia è il futuro di una grande potenza industriale. Veniamo da un periodo positivo grazie a scelte che hanno portato a prospettive di investimento importanti, come con il Pnrr. Ci sono difficoltà ma anche tanti segnali di speranza, che vengono anche e soprattutto da un mondo di imprese dinamiche e innovative che stanno cercando di guardare al mondo e hanno bisogno di una pubblica amministrazione in grado di dare risposte". 

“Il Pd - rivendica Letta - è stato lineare nei confronti del governo Draghi. Quella di coloro che lo hanno fatto cadere, quindi il Movimento 5 stelle, Forza Italia, la Lega, e di Fratelli d'Italia, che coerentemente è sempre stata all'opposizione, è una responsabilità grave, rispetto alla drammaticità del momento che stiamo vivendo. Con questa legge elettorale la parte maggioritaria determina chi vince e chi perde, quindi le alleanze di governo sono necessarie, come quella che noi abbiamo costruito con Più Europa e Impegno civico, abbiamo aggiunto un'alleanza di difesa della Costituzione con Verdi e Sinistra Italiana”.

“Confermiamo qui le nostre alleanze internazionali - aggiunge il leader dem - noi siamo per l'Europa e l'Alleanza atlantica, sono valori che portiamo avanti anche in momenti di grande difficoltà come gli ultimi otto mesi”.

“Eravamo convinti che con il libero commercio senza regole avremmo ottenuto un futuro nel quale la ricchezza si distribuiva e le nazioni che erano indietro rispetto a noi per esempio sui diritti si sarebbero avvicinate al nostro modello”, ma “non è andata così". È il punto di partenza dell'intervento di Giorgia Meloni al Forum Ambroseti di Cernobbio.

Secondo la presidente di Fratelli d'Italia “la ricchezza si è verticalizzata, si è spostata verso Oriente, i regimi e i sistemi autocratici hanno guadagnato campo nel mondo e contemporaneamente sono involuti. Ci siamo indeboliti perché non avevamo più il controllo di niente. Quando ce ne siamo accordi era troppo tardi. Quello che stiamo vivendo in questi giorni spiega uno scenario che qualcuno aveva tentato di segnalare anni fa e per questo era stato definito autarchico. Indipendenza energetica? Materie prime? Ora noi abbiamo il gas, è ovviamente è il problema più evidente, ma vogliamo parlare di semiconduttori e microchip, che abbiamo appaltato completamente all'Asia e quando è arrivata la pandemia la Cina ha privilegiato il mercato interno e noi ci siamo trovati con intere catene produttive completamente ferme? Sento Emmanuel Macron, che non è un pericoloso sovranista, parlare di autosufficienza alimentare. Noi oggi abbiamo due nazioni in guerra e da sole producono il 30% del grano mondiale, e rischiamo che questo si riversi su cento milioni di africani e quindi di rimbalzo anche da noi”. 

"Nei nostri ragionamenti - invita Meloni - dovremmo pensare anche alle nostre catene del valore. L'Unione europea nacque come Comunità economica del carbone e dell'acciaio, cioè per i problemi di materie prime e approvvigionamento energetico. Oggi si trova esposta proprio su materie prime ed energia. Ha lavorato bene? O forse non aveva così torto chi diceva che l'Europa doveva fare meno e fare meglio, occuparsi delle questioni strategiche delle quali non sempre si è occupata? Io penso che le catene del valore devono tornare nazionali quando possibile o almeno europee, e quando non possibile bisogna lavorare sul friend-shoring, cioè sulle nazioni alleate, quando non è possibile neanche questo sul near-shoring, cioè sulle nazioni vicine".

“Siamo in mezzo a una guerra, e indipendentemente da quanto durerà, resterà la divisione tra blocchi”, ammonisce la leader, "per questo Fratelli d'Italia ha preso una posizione così chiara sul conflitto in Ucraina. Io sono convinta che sia la punta dell'iceberg di un conflitto molto più ampio il cui obiettivo è la revisione degli assetti mondiali. Se l'Ucraina cade e l'Occidente perisce, il grande vincitore non sarà solo la Russia di Putin, ma la Cina di Xi Jinping. E chi è più debole in Occidente, segnatamente l'Europa, rischia di ritrovarsi sotto l'influenza cinese. Bisogna combattere questa battaglia. Sento ancora parlare di sanzioni sì, sanzioni no, armi sì, armi no. Pensate veramente che con la posizione italiana decidiamo il destino del conflitto in Ucraina? Se l'Italia si ritirasse, cosa farebbe il resto dell'Occidente? Non cambierebbe niente".

Bisogna “investire nella giusta direzione, in energia pulita, in una vera transizione ecologica. Io credo che un ritorno al passato significherebbe aumentare soltanto i costi sociali e finanziari e abbracciare la spirale recessiva”. Lo ha ribadito al Forum Ambrosetti il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte.

“Von der Leyen, presidente della Commissione europea, prima che scoppiasse il conflitto russo-ucraino aveva preventivato la necessità di investimenti pubblici e privati per circa 360 miliardi l'anno in transizione economica. Adesso siamo oltre 400 miliardi - prosegue l'ex presidente del Consiglio - Un rapporto di Deloitte ha quantificato il fallimento della sfida al contrasto dei cambiamenti climatico. Noi avremo un costo di 178 trilioni di dollari nei prossimi 50 anni. Al contrario, abbracciare questa sfida potrebbe generare 43 trilioni di dollari di benefici aggiuntivi nei prossimi cinque decenni. Il mancato investimento di oggi nella giusta direzione significa una moltiplicazione dei costi sociali incontrollati per domani". 

"Abbiamo già toccato con mano politiche sbagliate operate nel passato recente - ricorda poi Conte - Considerate come avremmo potuto reggere più efficacemente la pandemia se non avessimo definanziato per circa 40 miliardi di euro nello scorso decennio il servizio sanitario nazionale. O come potremmo affrontare la crisi energetica se l'Ue avesse abbracciato il green new deal per tempo e non solo nel 2019. Uno studio dell'Oxford review of economic policy ci dice che un milione di dollari speso in infrastrutture per le energie rinnovabili genera 7,5 posti di lavoro a tempo pieno. Se viene speso nelle fonti fossili, ne genera solo 2,6. Investire nel green deal triplica i posti di lavoro".

Sul fronte delle sanzione al violento e stragista regime russo Letta ha detto: "Le parole di Salvini di ieri sono state chiarissime, ci hanno detto quale sarebbe la strada dell'Italia se vincesse questa destra: una strada di un'Italia che si ritroverebbe fianco a fianco con Putin. La sera del 25 settembre se vincesse la destra colui che brinderebbe sarebbe Putin innanzi tutto, Orban in secondo luogo e Trump in terzo luogo. È esattamente l'opposto delle relazioni internazionali del futuro che noi immaginiamo". Lo ha affermato il segretario del Pd, Enrico Letta, intervenendo all'apertura della campagna elettorale di 'Più Europa'. Infine sempre su quest’ultimo fronte il ministro Brunetta ha detto: "Sì alle sanzioni: questo deve essere lo spirito repubblicano che deve continuare ad aleggiare anche nella testa e nel cuore di chi ci governerà a ottobre. Se continuerà a spirare io continuerò a dirmi ottimista per questo straordinario Paese". Lo ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta intervenendo al Forum Ambrosetti di Cernobbio.

Comments are closed.