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Ancora nessuna traccia di Kata la bambina scomparsa a Firenze: carabinieri e vigili del fuoco ieri hanno ispezionato il palazzo accanto all’ex hotel.

Firenze, 14 Giu 2023 - Accertamenti sono scattati anche in provincia di Bologna. La segnalazione fa riferimento a sabato sera, il giorno della scomparsa: la bambina sarebbe stata vista su un autobus della città da una donna che ieri ha contattato la Polizia. Il presunto avvistamento è al vaglio dei carabinieri e della Procura di Firenze che conducono le indagini.

Il Pubblico Ministero della Dda fiorentina Christine Von Borries che indaga sulla scomparsa della bambina, ha effettuato questa mattina un sopralluogo all'ex hotel Astor durato poco più di un'ora e mezzo.  Il magistrato ha ispezionato sia l'interno sia gli spazi esterni dell'edificio occupato in cui vive la bambina con la sua famiglia e dove abitano anche altre decine di persone. Sulla scomparsa di Kata è stato aperto un fascicolo per sequestro di persona a scopo di estorsione.

Uscendo dallo stabile la Pm non ha rilasciato dichiarazioni tranne un "non escludiamo nulla" quando un giornalista le ha chiesto se fosse da escludere un'eventuale pista legata a Bologna. Mentre la pm era all'interno dello stabile carabinieri sono andati in alcuni negozi della zona e altri sono rimasti all'interno dell'edificio anche dopo l'uscita del magistrato.

Gli investigatori dei carabinieri stanno interrogando a tappeto tutti gli occupanti che incontrano all'interno dell'ex hotel Astor di Firenze chiedendo se hanno notizie utili a rintracciare Kataleya o altre relative a delineare il contesto di abusivismo in cui la piccola vive. Le forze dell'ordine "sentono tutti, vanno da chi abita ogni camera, li fermano uno a uno", ha detto una parente della bimba che vive dentro l'ex albergo. Gli agenti "entrano a vedere dentro gli alloggi".

La madre, Katherine, ha passato la notte in ospedale, dove è stata trasportata nel tardo pomeriggio di ieri perché avrebbe ingerito una piccola quantità di candeggina.

Stato di salute monitorato anche per il padre della bambina, detenuto nel carcere fiorentino di Sollicciano per reati contro il patrimonio, che ha tentato il suicidio dopo avere appreso della scomparsa della figlia. L'uomo avrebbe ingerito detersivo ed è stato poi portato in ospedale dove è stato sottoposto a lavanda gastrica.

Proseguono senza sosta le indagini. Analisi e ricerche vedono impiegati cani molecolari ma anche droni e termocamere, capaci di rilevare a distanza la temperatura umana. Le forze dell'ordine, aiutate da 225 volontari, si sono alternati in parchi, giardini e strade fra Porta al Prato dove c'è la stazione Leopolda e Peretola, tra la l'Arno e il quartiere di San Jacopino. 

Nel mezzo c'è l'ex hotel Astor in via Maragliano, lo stabile occupato dove Kata vive con la mamma e il fratello. Ma, nonostante tutto l'impegno profuso, di Katalina ancora non si hanno tracce e l'esito delle varie attività rimane negativo. Nulla di fatto anche dai controlli a tappeto all'interno dell'edificio ex Inpdap, a sua volta occupato, che si trova a poche centinaia di metri dall'ex hotel Astor. 

Ed è proprio la mancanza di risultati a spingere sempre più gli investigatori a valutare l'ipotesi di un sequestro di persona a scopo di estorsione. 

Partendo dal presupposto che la bambina non è stata trovata nelle ripetute perquisizioni dentro l'ex albergo e nello stabile vicino e che, se fosse uscita da sola per giocare, sarebbe stata vista prima o poi dai residenti e segnalata, resta la possibilità teorica - sul punto ad ora non ci sono elementi concreti, hanno sottolineato i Carabinieri - che qualcuno l'abbia portata via.

Lo zio Abel intanto ha ribadito che lui teneva d'occhio la piccola dalla finestra del suo alloggio e poi non l'ha vista più nel cortile: "È stato un attimo ed è sparita".

Nelle simulazioni di ciò che potrebbe essere accaduto, c’è la possibilità che Kata sia uscita dal cancellino su via Boccherini, quello da cui passano gli occupanti e che oggi era presidiato da una donna dell'Est. Oppure, ma è più difficile per un bambino senza aiuto, potrebbe aver scavalcato un cancellino rugginoso che fa accedere al condominio accanto all'ex albergo. 

Nel mentre, i Carabinieri scartano segnalazioni e piste infondate. Come quella in cui veniva detto al cellulare della mamma di Kata "ho io tua figlia”: un mitomane, secondo il generale Vitagliano. Piuttosto, si passano al setaccio con attenzione le telecamere di tutto il quartiere alla ricerca di quei fotogrammi che potrebbero fornire una risposta su quanto sia davvero accaduto alla bambina. 

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